Il passato è una terra straniera
id.
Regia
Daniele Vicari
Sceneggiatura
Gianrico Carofiglio, Francesco Carofiglio, Massimo Gaudioso,
Daniele Vicari
Fotografia
Gherardo Gossi
Montaggio
Marco Spoletini
Scenografia
Beatrice Scarpato
Costumi
Francesca Vecchi, Roberta Vecchi
Musica
Theo Teardo
Interpreti
Elio Germano, Michele Riondino, Chiara Caselli, Valentina Lodovini, Marco Baliani,
Daniela Poggi, Maria Jurado, Romina Carrisi, Lorenza Indovina
Produzione
Fandango R&C Produzioni in collaborazione con RAI CINEMA
Anno
2008
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
120'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
31-10-2008
Giudizio
Media

“Nel romanzo di Gianrico ho visto subito l’opportunità di fare un film privo di compromessi e di ipocrisie, di poter andare diritto al cuore delle mie paure, sperimentandomi in un territorio pericoloso e affascinante, quello tra film di genere e romanzo di formazione. Un territorio di mezzo, indeterminato e incerto, che permette di moltiplicare gli interrogativi di partenza all’infinito: cos’è il bene, cos’è il male, cos’è l’amicizia, cos’è l’amore, cos’è la violenza, cos’è la giustizia…”
Così Daniele Vicari, apprezzato autore di Velocità Massima, racconta la genesi del suo ultimo lavoro tratto dall’omonimo romanzo del giudice giallista Il passato è una terra straniera.
Studente modello, figlio di intellettuali borghesi, Giorgio conduce la vita normale e ordinaria di un ragazzo di ventidue anni. Una vita senza crepe, almeno in apparenza, fino a quando una sera incontra Francesco. Bello ed elegante, esercita su uomini e donne un fascino misterioso e oscuro. Per vivere gioca a carte, sa vincere, ma più che fortunato è un abile baro e sembra avere in mano le chiavi per il successo. Passando da partite truccate a viaggi reali e immaginari, attraversando letti senza amore con donne di lusso annoiate, imparando a muoversi nei luoghi dove la buona e la cattiva società sembrano confondersi, Giorgio vede l'immagine di se stesso sgretolarsi per lasciare posto a qualcosa di sconosciuto. E' inarrestabile la discesa agli inferi che lo trasporta in un luogo dell'anima fino a quel momento ignoto.
Il romanzo di Carofiglio, declinato da giallo investigativo sulla pagina scritta a discesa agli inferi nelle immagini filmate, rispetto al romanzo pone il suo obiettivo sul rapporto sempre più morboso, dipendente, malato tra i due protagonisti, l’anima candida Giorgio (un ottimo, ma ormai non fa più notizia Elio Germano) ed il bullo Francesco (la rivelazione Michele Riondino) che sebbene alla lontana ricorda quello padrone-maggiordomo nel capolavoro di Losey Il servo.
Vicari sceglie un taglio netto rispetto al romanzo originale, grazie al contributo dello sceneggiatore Massimo Gaudioso (L’imbalsamatore, Gomorra), per raccontare un viaggio doloroso e inquietante nei territori della mente, con le musiche di Theo Teardo (L’amico di famiglia, Il Divo) che caricano il tutto di una drammaticità inesorabile.
Il finale, con la rivelazione del passato di Francesco, è un po’ forzato e poco coerente con il resto della rappresentazione, ma nulla toglie a Il passato è una terra straniera il merito di un solido prodotto di genere, lontano dai clichè e da un’estetica televisiva imperante nel giallo all’italiana. [fabio melandri]