Ci sono
personaggi che rimangono legati indissolubilmente al loro
interprete storico, come un bell’abito fatto su misura.
E’ il caso dell’Ispettor Clouseau e Peter Seller
nella saga de La pantera rosa.
Nel 2006 un’industria in perenne crisi di idee, ha pensato
bene di far resuscitare tale personaggio affidandolo alla
comicità surreale e fisica di Steve Martin, un comico
amercano molto stimato in patria ed assai sottovalutato in
Italia – riscoprire Pazzi a Beverly
Hills, Un biglietto in due,
La piccola bottega degli orrori,
Shopgirl e Grand Canyon
– che sarebbe stato un ottimo Ispettore Clouseau senza
l’ingombrante ombra ed un pugno di sceneggiatore appena
appena decenti, che andassero oltre una serie di gag fisiche
e linguistiche meccaniche e prevedibili capaci al più
di strappare appena un sorriso.
Purtroppo l’attore originario di Waco, Texas, si ritrova
a distanza di due anni ancora nei panni imbranati dell’ispettore
francese all’interno di una trama che definire puro
pretesto è fare un prezioso complimento.
Quando dei leggendari tesori vengono rubati nel mondo, tra
cui l’inestimabile diamante della Pantera Rosa, il Capo
Ispettore Dreyfus (John Cleese) è costretto ad assegnare
Clouseau a una squadra di detective ed esperti internazionali
incaricati di catturare il ladro e ritrovare gli oggetti rubati.
Martin è affiancato dal collega Ponton (Jean Renoir)
con relativa prole al seguito e la fida segretaria Nicole
(Emily Mortimer), oggetto delle sue goffe attenzioni amorose.
“Ho amato interpretare Clouseau - sostiene Martin -
Ho dovuto lavorare un po’ sull’accento, ma a parte
questo era come far visita a un amico di famiglia. Questo
ruolo mi fornisce l’opportunità di applicare
una comicità prettamente fisica, perché Clouseau
è veramente un personaggio eccessivo, innocente e infantile.
Allo stesso tempo, pensa di avere il controllo di ogni cosa,
un aspetto che ritengo molto divertente. Così, quando
si è presentata la possibilità di un sequel,
è stato naturale accettare”. La comicità
di Clouseau targato Martin è tutta giocata su un semplice
concetto, come spiega brillantemente John Cleese nei panni
dell’Ispettore Capo Dreyfus: . “Ho incontrato
diverse persone come Clouseau in Inghilterra. Noi li chiamiamo
‘pronoici’, l’opposto di paranoici. Pensano
che tutti li amino e siano dalla loro parte, mentre non c’è
nessuna prova di questo atteggiamento. Credo che Clouseau
sia proprio così, perché lui non ha idea che
la gente non lo sopporti e non capisce di essere un tormento”.
Accanto a Steve Martin, un cast di eccezione come Alfred Molina,
Andy Garcia, Jeremy Irons, Lily Tomlin e la regina di bollywood
Aishwarya Rai Bachchan, tutte presenze impalpabili in ruoli
di contorno senza alcuna sostanza, diretti in maniera anonima
dal regista di origini olandesi Harald Zwart, ieri autore
di un piccolo ma interessantissimo film come Un
corpo da reato, oggi impegnato nel remake di Karate
Kid, in lavorazione in Cina con il figlio di Will Smith,
Jaden e Jackie Chan. [fabio
melandri]