I padroni della notte
We Own the Night
Regia
James Gray
Sceneggiatura
James Gray
Fotografia
Joaquin Baca-Asay
Montaggio
John Axelrad
Scenografia
Ford Wheeler
Costumi
Michael Clancy
Musica
Wojciech Kilar
Interpreti
Joaquin Phoenix, Mark Wahlberg, Robert Duvall, Eva Mendes
Produzione
Nick Wechsler, Marc Butan, Mark Wahlebrg, Joaquin Phoenix
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
117'
Distribuzione
BIM Distribuzione
Uscita
14-03-2008
Giudizio
Media

I padroni della notte prende il titolo dallo slogan dell’unità della NYPD che, negli anni Ottanta, si occupava di crimini commessi in strada. In un certo senso il film è un inno alla polizia newyorkese. L’idea del film è venuta da una fotografia del New York Times di un funerale di un poliziotto. Ricorda il regista: “Nella foto tutti questi adulti si abbracciavano… In lacrime per la morte di un loro collega caduto nell’adempimento del dovere e l’immagine era carica di forti emozioni”.
Siamo nel 1988. Al centro della vicenda ci sono due fratelli: Bobby (Joaquin Phoenix) e Joseph (Mark Wahlberg). Il primo ha scelto di nascondere le sue origini, visto che in famiglia sono tutti degli affermati poliziotti, e di prendere il cognome della madre: lavora per i Russi, gestendo El Caribe, un locale di Brooklyn molto famoso e frequentato anche da gente poco raccomandabile. Joseph, al contrario, ha seguito le orme paterne: come Bert (Robert Duvall), è entrato in polizia. Ultimamente sta seguendo una pista di spacciatori di droga, che porta direttamente nel locale di Bobby. Una sera lì si svolge una retata, che ha come unica reale conseguenza il ferimento mortale di Joseph, mentre scende dall’automobile per andare a casa. I Russi vogliono far capire ai cop che non avranno vita facile.
Da questo momento in poi per Bobby le priorità cambiano, drasticamente. Prima accetta di diventare un infiltrato, entrando nel mondo degli spacciatori russi dalla porta principale. Ma, portandosi dietro un accendino con un microfono (peccato che si capisca fin dall’inizio l’intoppo con i cerini), viene scoperto in breve tempo. A Bert non resta altro che farlo entrare nella protezione testimoni. Insieme all’amata Amada (Eva Mendes). Da padroni del mondo, diventeranno topi d’albergo. Durante un trasferimento da un albergo in un altro, però, una soffiata causa la morte del capofamiglia, realizzata in un inseguimento ben girato. Per Bobby è il momento delle decisioni irreversibili: entra nel corpo di polizia, anche se questo passo significa perdere la donna della sua vita. I due fratelli hanno un solo scopo: vendicare la morte del padre. E ci riusciranno, anche se in modo illegale…
Dopo Little Odessa, James Gray torna a trattare i suoi argomenti preferiti: mafia dell’Est e l’ambiente della polizia. Ma tutti in modo prevedibile e già visto, anche se Gray dichiara di essere stato influenzato dal nostro Luchino Visconti e da Il Padrino di Francio Ford Coppola. Persino il cast non è sfruttato al meglio: Mark Wahlberg è sottotono rispetto all’interpretazione in The Departed o meglio non è sfruttato al meglio. Nell’insieme un film ripetitivo e nella soluzione finale poco credibile. [valentina venturi]