Ortone
è un elefante curioso, affidabile, gentile e pieno
di fantasia che vive nella giungla di Nool. La sua vita -
descritta da un narratore che si esprime solamente in rima
-, scorre serena insieme ai piccoli animali della giungla.
Ebbene Ortone, mentre in un giorno come tanti si sollazza
facendosi un bagno con le orecchie trasformate in cuffia,
ha l’impressione di sentire un lontanissimo grido d’aiuto.
Si guarda intorno e scopre, incredulo, che la richiesta proviene
da un minuscolo granello di polvere.
Con buffi stratagemmi, riesce a mettersi in contatto con la
Città dei Chi non So, abitata dai microscopici Chi,
dove essere ricoperti di peli è all’ultima moda.
Per la precisione contatta il loro sindaco, il Sinda-chi,
esserino pieno d’iniziativa, con 96 figlie e un solo
maschio Jo-Jo, schivo e introverso. Malgrado la differenza
di taglia - e nonostante tutti gli animali pensino che sia
un po’ tocco - Ortone cerca di rispondere all’invocazione
di soccorso. Il minuscolo paese, infatti, rischia di venire
distrutto se non viene posizionato in un luogo riparato e
sicuro. La scontrosa mamma canguro, però, si rifiuta
di credere all’esistenza di un paese così piccolo:
lei dà credito solo a ciò che vede e che tocca.
Instaura quindi una lotta con Ortone, per riuscire a distruggere
il granello. Chiama in aiuto persino Vlad Vlad-I-Koff, un’enorme
aquila nera che parla con l’accento russo. Ortone accetta
la sfida: per salvare la Città dei Chi non So, supera
impraticabili ponti ingoiando aria e dormendo all’addiaccio
(se ne accorgeranno i Chi, al risveglio con la città
ammantata di neve). Dopo tutto, il motto dell’elefante
è: “Una persona è sempre una persona,
non importa quanto sia piccola”.
Tratto dal libro per l’infanzia di Ted Geisel, che si
firmava con lo pseudonimo di Dr. Seuss, e realizzato dai produttori
del fortunato L’era glaciale,
il film della 20th Century Fox è ricolmo di buoni sentimenti,
ma trattati con ironia: oramai Shrek
ha fatto scuola. Il goffo elefante è doppiato da Christian
De Sica, adatto a queste interpretazioni vocali, anche se
un po’ troppo “romaneggianti”. Paolo Conticini
dà la voce al Sinda-chi e Veronica Rivetti regala picchi
di cattiveria alla scettica cangura. Nella versione originale
Jim Carrey (la sua espressività vocale ha influenzato
i tratti facciali dell’elefante: in origine aveva una
bocca più piccola) è Ortone, Steve Carell il
sindaco e la canguro parla per mezzo di Carol Burnett. Per
la prima volta viene utilizzata la più avanzata forma
di animazione, la CGI. La differenza si nota soprattutto quando
Ortone immagina di combattere come un perfetto elefante ninja:
i suoi sogni sono in perfetto manga.
[valentina venturi]