L'odore del sangue
id.
Regia
Mario Martone
Sceneggiatura
Mario Martone
Fotografia
Jacopo Quadri
Montaggio
Cesare Accetta
Costumi
Paola Marchesin
Interpreti
Sergio Tramonti, Fanny Ardant, Giovanna Giuliani, Michele Placido
Anno
2003
Durata
100'
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Distribuzione
Mikado

Uomini e donne. Secoli di convivenza, rapporti, parole. La superficialità è dietro l'angolo se non si sta attenti. La noia una malattia consueta soprattutto quando cullata dal benessere sociale. Possono maschi e femmine stare insieme senza odiarsi? Il film di Martone tratta del rapporto matrimoniale che scorre per inerzia tra due coniugi di mezza età della borghesia colta italiana. La sceneggiatura si rifà ad un libro di Goffredo Parise, che all’epoca fece scalpore. Michele Placido e Fanny Ardant mettono in scena le loro nudità, in tutti sensi. Parole crude e corpi senza veli. Ma senza fascino. L'avvio sembra inserire lo spettatore in un contesto socio-coniugale nel quale tutti o quasi dovremo avere a che fare, e l'argomento puo' farsi interessante. In realtà dopo poco il film scade nei volgari gesti di una coppia senza futuro che usa la consuetudine come collante. I genitali diventano improvvisamente i catalizzatori di un qualcosa che non esiste, consumati ormai amore e rispetto. Il sesso qua non coinvolge, la complicità e il tradimento non riescono a trasmettere niente, Si cerca di arrivare alla trasgressione attraverso discorsi "forti" e parole "sporche" in modo gratuito, senza trasporto. Non è questione di moralismo. E' che anche il sesso va messo al posto giusto per essere coerenza. Luna di fiele di Roman Polanski è la testimonianza di come si possa essere estremi, tenaci e ossessivi senza bassi accorgimenti. Nel film del regista romano i due protagonisti sono sotto tono, nemmeno loro in realtà credono nel testo e nei gesti che compiono, sono distaccati e senz'anima. Le scenate di gelosia nella sceneggiatura sono fumo negli occhi per creare alibi di movimento e aggressione ritmica. Il film è statico, un pò anonimo, sarebbe stato necessario impressionare con musiche alcuni passaggi morti invece purtroppo la colonna sonora è un ectoplasma. Inconsistente. Non si capisce come Mario Martone abbia scelto un testo cosi' antiestetico e poco affascinante per la sua pellicola. Forse il teatro resta la sua dimensione ideale. Se di problemi di coppia si deve parlare, meglio l'altisonante Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman, o il buon caro Carlo Verdone, ultimo vecchio cantautore del cinema italiano, con L'amore è eterno finchè dura. Passate oltre quindi. Un film che non lascia il segno. Che vorrebbe urlare e invece resta senza voce. I triolismi, lo scambio di coppia o il sesso trasgressivo sono giochi coi quali gingillarsi la testa e il corpo, la scelta a voi. Ma di certo non regalano rapporti perfetti o salvano dalle paure di coppia. L'amore eterno andiamo a vederlo al cinema, a cercarlo sui libri. E’ meglio. Qua sulla terra non lo troveremo. [alessandro antonelli]