Nuovomondo
id.
Regia
Emanuele Crialese
Sceneggiatura
Emanuele Crialese
Fotografia
Agnès Godard
Montaggio
Maryline Monthieux
Scenografia
Carlos Conti
Costumi
Mariano Tufano
Musica
Antonio Castriganò
Produzione
Memento Films, Titti Film, Respiro, Rai Cinema, Arte France Cinéma
Interpreti
Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Aurora Quattrocchi, Francesco Casisa, Filippo Pucillo, Federica de Cola, Isabella Ragonese
Anno
2006
Genere
drammatico
Nazione
Italia, Francia
Durata
119'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
22-09-06

È un film che fruga nella memoria di uomini d'altri tempi, nella potenza dei loro sogni, nella forza delle loro visioni. È la storia di un viaggio come percorso metamorfico, l'uomo antico si trasforma nell'uomo moderno, recide le sue radici, lascia la terra, si allontana dalla natura per diventare un uomo del “Nuovomondo”.
Emanuele Crialese

Inizi Novecento. Una decisione che cambierà la vita di una famiglia intera: lasciarsi alle spalle il passato e iniziare una vita nuova nel Nuovo Mondo, gli Stati Uniti d' America. Un paese dove i vegetali sono enormi (carote, olive, ecc.), il denaro cresce sui rami degli alberi, e il latte scorre a fiume come nell'immaginifico castello di Willi Wolka.
Un paese dalle terre sconfinate ed incolte ora che la schiavitù è stata abolita, pronta ad accogliere i braccianti di mezzo mondo, italiani in testa, pronti ad acquistare un biglietto ed un passaporto per la felicità... presunta. Ma la porta per gli Stati Uniti, non è ad apertura automatica, ma bensì un cancello dalle inferriate alte come i suoi grattacieli, ben visibili da Ellis Island, la porta verso l'occidente. Un varco non automatico, ma soggetto a test psico-fisici per accertare la salute fisica e mentale dei suoi nuovi "cittadini". Malati di mente, sordo-muti sono categorie "non accettate" nel Nuovo Mondo, come più tardi non lo saranno nel Vecchio Mondo stretto nella morsa nazista. "Sono americano i primi studi di eugenetica che contribuiranno alla teorizzazione della razza pura e alla pulizia etnica nazista. La razza americana, una razza che non esiste" racconta il regista Crialese.
Un film umanista, con l'uomo prepotentemente al centro di un racconto che non lascia spazio ad un sentimentalismo di comodo, non avendone bisogno per la forza intrinseca e morale della storia che Crialese mette in scena con immagini eleganti e ricercate ma mai fredde e asettiche. Un racconto che procede per immagini e sbalzi nell'iperspazio di parentesi surreali e grottesche, e per suoni, gli stessi lugubri e profondi che accompagnano il viaggio in mare dei nostri su una nave che mai vedremo nella sua totalità ma che percepiamo viva e presente grazie a dettagli dei suoi particolari - i fumaioli su tutti - e incursioni nel suo ventre più profondo in cui "ascoltiamo" la sua voce che si rifrange nei flutti del mare.
"Non mi piace il termine emigrazione. Troppo riduttivo. La storia dell'umanità è fatta di spostamenti, fin dall'alba dei tempi. Quello racconto è un viaggio, un percorso metaforico" continua il regista, semi che vanno a fruttificare in terre più fertili. Così si definiscono coloro che scelgono di partire.
Leone d'oro morale della 63esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, si è dovuto accontentare di un Leone d'Argento - Rivelazione. Un'occasione mancata per il nostro cinema che ci auguriamo assai più lungimirante in sede di scelta del candidato italiano alla Notte degli Oscar. Signori, è nato un Autore!
[fabio melandri]