Ispirato
ad una storia di coraggio, sacrificio, speranza e redenzione,
Darren Aronofsky porta sul grande schermo la storia di Noè,
il prescelto da Dio per intraprendere una missione epocale,
ovvero costruire un’Arca dove proteggere ogni specie animale
prima che il diluvio apocalittico distrugga il mondo.
L’ambizioso regista de “Il
Cigno Nero” e “The
Wrestler” comincia quindi il film attenendosi
al testo effettivo della Genesi, per poi spaziare in un dramma
familiare incentrato sulla figura di Noè e sul suo rapporto
con i figli. Anche perchè di testi sulla vita di Noè
ce ne sono effettivamente molto pochi, quindi a un certo punto
si è lavorato di fantasia, come la creazione dei Guardiani
Angelici, ovvero forme di luce intrappolate nella pietra che
danno forma a questi esseri più simili agli Ent Tolkeniani
che a guardiani biblici, e che hanno il compito di aiutare Noè
nella costruzione dell'Arca.
La prima parte del film, con le visioni di Noè, si avvicina
molto allo stile del regista, che aveva avuto a che fare con
le allucinazioni anche ne Il Cigno
Nero. Qui però si tratta di sogni, non
della realtà mischiata alla follia, e Noè, per
quanto sia, cerca di mantenere un'integrità mentale per
non impazzire. Purtroppo però, a un certo punto, il film
smette di essere spettacolare e suggestivo, e diventa, dal momento
del diluvio in poi, un viaggio nella mente di questo patriarca,
e paradossalmente della sua follia, incentrata sull'eliminazione
della specie umana e quindi della sua famiglia di conseguenza.
Si perchè proprio dopo aver eseguito gli ordini di Dio,
e una volta che sono tutti in salvo sull'Arca, il regista, forse
per giustificare le oltre 2 ore di film, decide di inabissarsi
nella mente del protagonista, e delle sue visioni sul mondo.
Il film pertanto vira verso un'introspezione che sinceramente
ci saremmo evitati, vista la lunghezza e la leziosità
di molte scene. Crowe è bravo e intenso, ma anche il
suo Noè a un certo punto sembra una macchietta da cui
tutti scappano; si rivede Anthony Hopkins, anche se siamo stanchi
di vederlo sempre nella parte del vecchio saggio, forse il suo
Matusalemme è l'unico personaggio che si salva, la Connelly
invece è totalmente fuori ruolo, come anche la Watson,
entrambe prive di quello spessore drammatico richiesto dalla
parte. E di questo ci si sorprende, visto che nei film precedenti
i ruoli femminili erano sempre ben strutturati e con delle attrici
scelte ad hoc. Ma forse il problema principale del film è
proprio la sceneggiatura: debole, inconsistente, sembra essere
stata scritta di volta in volta, tanta è l'approssimazione.
E poi il 3D, totalmente inutile, visto che di scene spettacolari
ce ne sono circa tre, ma soprattutto la delusione più
grande rimane la famosissima scena del diluvio. Maestosità,
imponenza, drammaticità: niente di tutto questo traspare,
se non un senso fugace del tutto. E si che la storia è
incentrata su questo episodio. Quello che non si perdona al
regista è la mancanza di coraggio e di idee, quella furberia
che unisce creazionismo ed evoluzionismo, che in un momento
ci fa sentire parte del giardino dell'Eden ma un attimo dopo
ci chiede un atto di fede. [marco
musico']
|
Interpreti |
Russell
Crowe, Emma Watson, Jennifer Connelly, Logan Lerman,
Ray Winstone, Douglas Booth, Anthony Hopkins, Kevin
Durand, Sami Gayle, Marton Csokas, Dakota Goyo, Barry
Sloane, Nick Nolte, Mark Margolis, Frank Langella |
Produzione |
Disruption
Entertainment, New Regency Pictures, Protozoa Pictures |
Distribuzione |
Universal
Pictures |
Uscita |
10/04/14 |
Nazione
| Anno |
USA |2014 |
Genere
| Durata |
drammatico | 132' |
|