Nemico Pubblico
Public Enemies
Regia
Michael Mann
Sceneggiatura
Ronan Bennett, Ann Biderman, Michael Mann
Fotografia
Dante Spinotti
Montaggio
Paul Rubell, Jeffrey Ford
Scenografia
Nathan Crowley
Costumi
Colleen Atwood
Musica
Elliot Goldenthal
Interpreti
Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Billy Crudup, Giovanni Ribisi, Stephen Dorff, Channing Tatum, David Wenham, Rory Cochrane, Lili Taylor, Shawn Hatosy, Stephen Lang,
Produzione
Forward Pass, Misher Films, Tribeca Productions
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
poliziesco
Durata
143'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
06-11-2009
Giudizio
Media

Nessuno poteva fermare Dillinger e la sua gang. Nessuna prigione poteva trattenerlo. Il suo fascino e le sue audaci evasioni dal carcere hanno conquistato tutti – dalla sua fidanzata Billie Frechette (Cotillard) agli americani, che erano in cerca di un simbolo che li distogliesse dai loro stenti quotidiani. Lo hanno trovato nell’uomo che toglieva alle banche i soldi che loro pensavano che le banche gli avessero ingiustamente tolto.
Ma mentre le avventure della gang di Dillinger — che più tardi includerà il sociopatico Nelson Faccia d’Angelo e il rapinatore e rapitore Alvin Karpis — elettrizzavano i più, Hoover progettava di sfruttare la cattura del fuorilegge come mezzo per trasformare il suo Bureau of Investigation nella forza di polizia diventata poi l’ FBI. Ha reso Dillinger il primo Nemico Pubblico Numero Uno d’America e ha incaricato Purvis, l’affascinante “Clark Gable dell’ FBI” di intrappolarlo.
Ma Dillinger e la sua gang superavano in astuzia e arguzia gli uomini di Purvis costringendoli a selvaggi inseguimenti e sparatorie. Solo dopo aver importato una squadra di poliziotti dall’ufficio di Dallas e aver orchestrato tradimenti epici – dall’infame “Signora in Rosso” al boss del crimine di Chicago Frank Nitti - Purvis, l’FBI e la sua nuova squadra di pistoleri sono stati capaci di catturare la loro preda.
Riportato alla città in cui la sua ossessione per Frechette e le rapine era cominciata, Dillinger ha concluso una volta per tutte la sua fuga per mano di Purvis. E quando tutto era stato detto e fatto, l’intera nazione ha imparato che con la morte di uno dei suoi eroi è nata una leggenda.

Dillinger: il personaggio
La vita criminale di John Herbert Dillinger ebbe inizio quando aveva soltanto 12 anni e rubava il carbone dalle carrozze dei treni merce a Mooresville, nell’Indiana. E si concluse con una grandinata di pallottole in un’appiccicosa notte di luglio del 1943. Dillinger era appena uscito da un cinema, il Biograph Theater sulla Lincoln Avenue di Chicago. Gli agenti governativi avevano avuto una soffiata e lo stavano aspettando.
Mentre una folla si radunava attorno al suo cadavere a terra in un vialetto a sud del cinema, le donne intingevano i fazzoletti nel suo sangue. Più tardi, mille persone fecero la fila per dare un ultimo saluto alle sue spoglie presso l’ufficio dell’ufficiale di polizia mortuaria. Secondo l’American Folkloric Center, la vita violenta di Dillinger ha ispirato 13 canzoni - “Dillinger’s Doom” “Dillinger’s Fate” - ed una grande quantità di libri.
Molto tempo dopo la sua morte circolava ancora la notizia che in realtà Dillinger non fosse morto. Proprio come Elvis alcune decine di anni dopo, Dillinger continuava ad essere “avvistato” da coloro che non riuscivano a rassegnarsi all’idea della sua morte. In un periodo di crimini durato solo un anno, questo rapinatore dell’Indiana aveva preso molto più del denaro. Aveva catturato l’immaginazione di una nazione.
Le rapine di Dillinger avevano come sfondo un paese piagato dalla Grande Depressione, con le banche costrette a confiscare tante case e fattorie oppure, fallendo, mandare in cenere i risparmi della vita di molti.
Quando le banche venivano rapinate, la gente quasi se ne rallegrava. Allo stesso tempo, il rapinatore dal sorriso seducente si era trasformato in una sorta di eroe popolare. Lui e la sua banda scorrazzavano – invece che per la Foresta di Sherwood – nelle piazze dei piccoli paesi del Midwest. Spesso, nel rapinare una banca, bruciavano i mutui della gente, liberandoli dal debito.
Si comportava in maniera galante. Una volta, dopo aver rapinato la First National Bank di Mason City, nell’Iowa, e messo insieme un bottino di 52 mila dollari, Dillinger costrinse alcuni ostaggi a fargli da scudo umano in piedi sul predellino della macchina con cui si dava alla fuga. Mentre lasciava la città una donna che era fra gli ostaggi gli gridò “Fammi scendere! Io abito qui”. E lui lo fece.
Si faceva beffe delle autorità. Una volta, durante una rapina, chiese ad un poliziotto di fargli una foto insieme alla sua ragazza. Un’altra volta, dopo essere stato arrestato, Dillinger si fece fotografare col braccio attorno alla spalla di Robert Estill, l’uomo che gli dava la caccia. Dillinger sorrideva alla macchina fotografica mentre la sua mano destra sembrava fare il gesto di una pistola – una cosa che alcuni, in seguito, interpretarono come una richiesta specifica alla sua banda.
La foto pose fine alle speranze di una carriera in politica di Estill.
Bill Melme, ex redattore capo di Playboy, ha scritto molto su Dillinger e, nel corso di un’intervista telefonica, ha raccontato quali fossero le caratteristiche accattivanti del rapinatore. “Era un uomo essenzialmente buono e impudente. Non era un violento come alcuni membri della sua banda. Ho sempre detto che era un delinquente, ma non era un perverso. Mio padre, che ha vissuto nel periodo della Grande Depressione, era un suo fan. Diceva sempre ‘Non approvo quello che ha fatto, ma certamente bisogna dargli un po’ di credito’”.
Billie Frechette, che finì in prigione per favoreggiamento, disse più o meno la stessa cosa: “Ho capito subito che ciò che faceva era diverso da ciò che era”, scrisse dalla sua cella. “Ero innamorata di ciò che era. E magari mi sbaglio, ma non puoi certo convincerti a smettere di amare qualcuno!”
Anche l’America si innamorò di lui. Nel periodo delle rapine di Dillinger – da quella della National Bank di New Carlisle, nell’Ohio, il 10 giugno del 1933° quella della Merchants NationalBank a South Bend, nell’Indiana, il 30 giugno del 1934 – i cinegiornali della Warner Brothers si occuparono spesso della caccia data al noto criminale dal Bureau of Investigation (che in seguito divenne il Federal Bureau of Investigation). Il pubblico di tutta l’America applaudiva nel buio delle sale cinematografiche ogni volta che l’immagine di Dillinger appariva sul grande schermo. E fischiava invece quando apparivano quelle degli agenti del BOI.
Dillinger, da bambino, amava il cinema (che all’epoca era ancora muto) e guardava John Barrymore recitare in film come “Raffles, the Amateur Cracksman”, una pellicola del 1917 che racconta la storia di un ladro gentiluomo, o Douglas Fairbanks Sr. duellare a colpi di sciabola ne “la maschera di Zorro” del 1920 e in “Robin Hood” del 1922.
In seguito, la vita di Dillinger sembrò ricalcare le gesta di questi romantici personaggi – “spavaldi, sprezzanti del pericolo e presuntuosi”, e dopo la sua morte, avvenuta proprio davanti ad un cinema, la sua storia sarebbe stata raccontata tante e tante volte sul grande schermo.

IL MONDO NEL 1934
- L’America è nel bel mezzo della Grande Depressione.
- Una catastrofe ecologica, The Dust Bowl, ovvero una serie di gigantesche tempeste di polvere, devasta la regione delle Grandi Pianure.
- Il partito nazista di Adolf Hitler acquista sempre più potere in Germania.
- L’Oscar per il miglior film viene assegnato a “Accadde una Notte”, che si aggiudica anche quello per il migliore attore (Clark Gable), quello per la migliore attrice (Claudette Colbert), quello per la migliore regia (Frank Capra) e quello per la migliore sceneggiatura non originale (Robert Riskin).
- In una scena di “Accadde una notte”, Gable si toglie la camicia e sotto, cosa del tutto fuori norma per l’epoca, non porta la canottiera. Le vendite di tale indumento precipitano.
- Nascono tre atleti destinati a finire nella Hall of Fame per tre differenti discipline sportive – il quarterback Bart Starr, il giocatore di baseball Hank Aron, e il giocatore di palla canestro Bill Russell.
- Il prezzo dell’oro viene fissato a 35 dollari l’oncia. (L’oro ha raggiunto il picco di 1000 dollari l’oncia lo scorso mese).
- Viene aperto lo zoo di Brookfield.
- Apre anche il penitenziario federale di Alcatraz.
- I Blackhawks vincono la Stanley Cup.
- Nascono in Canada i cinque gemelli Dionne. Sono i primi cinque gemelli a sopravvivere tutti al parto.
- Viene pubblicato “Assassinio sull’Orient Express” di Agatha Cristie.
- I due fuorilegge Bonnie Parker e Clyde Barrow vengono uccisi da un gruppo di Texas Ranger in Louisiana.
- Alcuni prezzi medi del 1934 (con accanto l’equivalente di oggi):
Una nuova casa: 5.970 dollari (adesso 94.313,97 dollari)
Un gallone di benzina: 10 centesimi (adesso 1,58 dollari)
Un biglietto per il cinema: 23 centesimi (adesso3,63 dollari)
- Un’automobile Hupmobile coupe: 895 dollari (adesso14.139,20 dollari), secondo un annuncio pubblicato sul ChicagoDaily Tribune il giorno in cui Dillinger venne ucciso.


Dillinger: L’uomo e le leggende
John Dillinger non si lasciò alle spalle solo una serie di banche rapinate nel Midwest americano, ma anche una lunga serie di leggende. Alcune di esse, nonostante siano in molti a crederci, probabilmente non sono affatto vere.

Dov’è il suo pene?
Una delle domande più frequentemente poste al National Museum of Health and Medicine è, “Nella vostra collezione c’è anche il pene di John Dillinger?”
Il museo, che è l’unico di Washington ad esibire parti del corpo umano, ha avuto così tante richieste al riguardo da includere la domanda nel suo sito web. In ogni caso, la risposta è no, sebbene possiedano i calcoli biliari di Eisenhower.
La domanda è stata probabilmente generata dalla foto di Dillinger coperto da un lenzuolo e giacente sul tavolo delle autopsie dell’obitorio di Chicago. Il lenzuolo è decisamente molto rialzato in corrispondenza della metà del corpo. Nel rapporto dell’autopsia non si fa comunque menzione di quella parte di Dillinger che, se è vero ciò che la foto sembra implicare, sarebbe stata piuttosto difficile non menzionare. Gli storici dicono che potrebbe trattarsi del suo braccio, irrigidito dal rigor mortis, o dal telecomando del tavolo nascosto dal lenzuolo.
Il corpo di Dillinger riposa intatto nel cimitero di Crown Hill ad Indianapolis, nell’Indiana, dove riposano anche quelli di 11 governatori dello Stato.

La “Signora in Arancione”
Anna Sage, un’immigrata rumena e maitresse di una casa di tolleranza nel North Side di Chicago, è passata alla storia come la “Signora in Rosso”. Un film con quel titolo è stato realizzato nel 1979, con Louise Fletcher nel ruolo della Sage. Era stata amica di una delle ultime fidanzate di Dillinger, Polly Hamilton, una cameriera e prostituta che aveva lavorato per la Sage, ed accettò di fornire informazioni su Dillinger alle autorità per non venire deportata in seguito alle sue attività di maitresse. L’agente federale Melvin Purvis le promise di fare tutto quanto in suo potere al riguardo, senza però offrirle garanzie assolute.
Quando si recò insieme alla Hamilton e a Dillinger al cinema Biograph Theater, quella notte fatale, le luci artificiali della sala resero arancione il suo vestito rosso. La Sage ottenne una ricompensa di 5.000 dollari per la soffiata, ma non ebbe ciò che più desiderava. Venne deportata in Romania nel 1936 e lì morì 11 anni dopo.

Il tesoro nascosto
Dillinger non fu il solo a sopravvivere al raid degli agenti federali al Little Bohemia Lodge nel nord del Wisconsin, dove lui e gli altri membri della sua banda si erano nascosti. Restò anche una leggenda. Sono in molti, infatti, a sostenere che mentre gli agenti sparavano all’impazzata contro lui e la sua banda davanti al motel, il bandito sia scivolato fuori dal retro, abbia scavato una buca nel bosco a 500 metri circa di distanza, nei pressi di una quercia a due pini, e vi abbia seppellito una borsa contenente 200 mila dollari in biglietti di piccolo taglio ottenuti dalla vendita di titoli bancari rubati.
Il fatto è che il fuorilegge non aveva una pala. Esistono diverse altre storie simili riguardanti borse seppellite nei campi per il pascolo di una fattoria appartenente alla famiglia di uno dei membri della banda che si trovava a Leipsic, nell’Ohio. E si parla anche di un bottino di oltre 150 mila dollari in gioielli rubati che sarebbe stato sepolto nella fattoria della famiglia di Dillinger a Mooresville, nell’Indiana.
Nessuno ha mai raccontato di aver trovato niente di simile. Ma se fosse stato così, chi sarebbe stato così pazzo da renderlo noto?

Le tre facce di una pistola finta.
Dillinger evase dalla prigione di Crown Point usando una pistola:
- Di legno intagliato e colorata con il lucido da scarpe; o…
- Intagliata nel sapone; o…
- Intagliata nella pietra saponaria, una pietra soffice e facile da scolpire.
La pistola venne:
- Portata di nascosto in prigione da uno dei membri della banda a seguito della famosa “foto”;o…
- Intagliata da Dillinger stesso mentre era in prigione.
-
Bill Helmer, uno degli autori di “Dillinger: The Untold Story”, dichiara che secondo le sue ricerche sarebbe stata fatta con il legno e, poiché per intagliarla sarebbero stati necessari strumenti dei quali Dillinger in prigione non poteva disporre, secondo lui sarebbe stata portata al bandito da uno dei suoi. A questo punto viene spontaneo chiedersi: ma se porti ad un recluso una pistola finta, perché non portargliene una vera? Alcuni storici sostengono al riguardo che non importa di cosa fosse fatta la pistola, perché era solo una scusa per mascherare la fuga di Dillinger che in realtà era stata frutto di corruzione di alcune guardie carcerarie.

Avvistamento: Dillinger che parla al cellulare
la sorella di Dillinger, Audrey, disse alle autorità che avrebbe potuto riconoscere assolutamente e definitivamente il fratello da una cicatrice che aveva su una gamba. Alla vista di tale cicatrice dichiarò: “Lo riconosco senza ombra di dubbio. Seppellitelo”. Lo scrittore di gialli e storie di cronaca nera Jay Robert Nash, che insieme a Ron Offen (il cui nome viene citato più volte in questo testo) è autore di “Dillinger: Vivo o Morto”, ha tuttavia sollevato al riguardo alcune questioni. Nash e Offen sostengono che l’uomo ucciso fosse in realtà un delinquente minore di nome Jimmy Lawrence, che è stato usato come pedina. Secondo altre fonti, Jimmy Lawrence sarebbe stato il nome fornito alla Hamilton da Dillinger prima che lei scoprisse chi fosse realmente.
Nash e Offen citano delle leggere differenze fisiche in altezza e peso tra Dillinger e il cadavere; inoltre, il cadavere sembra avesse un dente incisivo che a Dillinger mancava. Il colore degli occhi sarebbe stato diverso e il cadavere mostrava segni di problemi cardaci mai riscontrati dal medico della prigione in cui era stato rinchiuso Dillinger. La pistola che Dillinger avrebbe estratto e puntato verso gli agenti che lo avevano circondato all’uscita del cinema e che venne poi esibita negli uffici dell’FBI, risulta costruita molti mesi dopo la morte del bandito.
Nash e Offen sostengono anche di aver ricevuto una lettera, molti anni dopo l’uccisione di Dillinger, da parte di qualcuno che sosteneva di essere il bandito e contenente una foto che presentava una qualche somiglianza con l’uomo. In una collezione on-line di storie intitolate “Leggende dei rapinatori”, un uomo sostiene di aver visto Dillinger all’Indiana State Fair alla fine degli anni Trenta. Stava dimostrando il funzionamento di una macchina per l’inscatolamento del cibo. Ma gli avvistamenti più famosi restano quelli del suo fantasma in un vicolo vicino al cinema Biograph. Esistono molte argomentazioni contrarie volte a provare l’incoerenza di queste storie, ma senza addentrarci ulteriormente nella questione, limitiamoci a notare che, se Dillinger fosse sopravvissuto, avrebbe adesso ben 104 anni.