Nella rete del serial killer
Untraceable
Regia
Gregory Hoblit
Sceneggiatura
Robert Fyvolrnt, Mark Brinker, Allison Burnett
Fotografia
Anastas Michos
Montaggio
David Rosenbloom, Gregory Plotkin
Scenografia
Paul Eads
Costumi
Elisabetta Beraldo
Musica
Christopher Young
Interpreti

Diane Lane, Billy Burke, Colin Hanks, Joseph Cross, Mary Beth Hurt

Produzione
Cohen / Pearl Productions, Lakeshore Entertainment
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
100'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
01-08-2008
Giudizio
Media

Il titolo italiano del nuovo film scritto e diretto da Gregory Hoblit (Schegge di paura, Sotto corte marziale, Frequency non promette niente di buono: Nella rete del serial killer. Già sentito, abusato (Nella rete dell’assassino, etc.), e associa il film alla lunga serie di blockbuster di bassa qualità che affollano le sale italiane in estate. Invece questa volta ci troviamo davanti a un triller più interessante di quello che lascia sospettare il titolo (sicuramente quello originale, Untraceable risulta più accattivante e forse rende meglio l’idea del film).
L’agente speciale Jennifer Marsh, della divisione dell’FBI incaricata di investigare e perseguire i criminali su internet, scova sulla rete un maniaco esperto di computer che mostra i suoi omicidi sul proprio sito, mettendo il destino delle proprie vittime nelle mani del pubblico. Un omicidio dopo l’altro, il gioco del gatto col topo diventa personale, e l’agente Marsh e la sua squadra dovrà compiere una corsa contro il tempo per riuscire a catturare l’assassino.
Trama semplice, classica nel suo genere, ma molto equilibrata nei suoi elementi. Nulla appare banale, e le piccole incongruenze della sceneggiatura passano inosservate tutto sommato.
Tutto l’intreccio è raccontato con efficacia, e i personaggi riescono a mantenere alta la tensione del film senza cadere nel macchiettiamo.
Hoblit riesce a costruire un triller che pone con serietà e precisione, e senza facili moralismi, l’attenzione sull’universo di internet e sull’utilizzo che la gente, la massa, fa di questo mezzo di comunicazione, di conoscenza e di intrattenimento.
Sono i visitatori del sito che aumentando le visite determinano la rapidità della morte delle vittime. E la curiosità dei navigatori a uccidere. Chi è il vero colpevole? Come difendersi da un sistema che spettacolarizza ogni cosa senza filtrare nulla? Viene da pensare a film come Videodrome David Cronemberg, o Hardcore di John Milius, ma i tempi sono cambiati. Come fermare l’assassino se chi uccide in realtà è il sistema stesso?
[andrea pirrello]