Il titolo
italiano del nuovo film scritto e diretto da Gregory Hoblit
(Schegge di paura, Sotto
corte marziale, Frequency
non promette niente di buono: Nella
rete del serial killer. Già sentito, abusato
(Nella rete dell’assassino, etc.), e associa il film
alla lunga serie di blockbuster di bassa qualità che
affollano le sale italiane in estate. Invece questa volta
ci troviamo davanti a un triller più interessante di
quello che lascia sospettare il titolo (sicuramente quello
originale, Untraceable risulta
più accattivante e forse rende meglio l’idea
del film).
L’agente speciale Jennifer Marsh, della divisione dell’FBI
incaricata di investigare e perseguire i criminali su internet,
scova sulla rete un maniaco esperto di computer che mostra
i suoi omicidi sul proprio sito, mettendo il destino delle
proprie vittime nelle mani del pubblico. Un omicidio dopo
l’altro, il gioco del gatto col topo diventa personale,
e l’agente Marsh e la sua squadra dovrà compiere
una corsa contro il tempo per riuscire a catturare l’assassino.
Trama semplice, classica nel suo genere, ma molto equilibrata
nei suoi elementi. Nulla appare banale, e le piccole incongruenze
della sceneggiatura passano inosservate tutto sommato.
Tutto l’intreccio è raccontato con efficacia,
e i personaggi riescono a mantenere alta la tensione del film
senza cadere nel macchiettiamo.
Hoblit riesce a costruire un triller che pone con serietà
e precisione, e senza facili moralismi, l’attenzione
sull’universo di internet e sull’utilizzo che
la gente, la massa, fa di questo mezzo di comunicazione, di
conoscenza e di intrattenimento.
Sono i visitatori del sito che aumentando le visite determinano
la rapidità della morte delle vittime. E la curiosità
dei navigatori a uccidere. Chi è il vero colpevole?
Come difendersi da un sistema che spettacolarizza ogni cosa
senza filtrare nulla? Viene da pensare a film come Videodrome
David Cronemberg, o Hardcore
di John Milius, ma i tempi sono cambiati. Come fermare l’assassino
se chi uccide in realtà è il sistema stesso?
[andrea pirrello]