In un
futuro molto prossimo l’umanità ha deciso di
prendersi una vacanza grazie all’utilizzo di surrogati,
dei robot che collegati alla mente di operatori umani vivono
la vita al loro posto. I surrogati combinano la resistenza
delle macchine – se si danneggiano li puoi sostituire
– con l’eleganza e la bellezza della forma umana
– l’operatore umano infatti può scegliersi
il surrogato come meglio lo aggrada, più giocane, più
bello, di sesso diverso addirittura. Al motto di fai ciò
che vuoi, sii ciò che vuoi, il mondo è vissuto
da una serie di robot senza sentimenti e dall’espressione
lobotomizzata. Un abominio per alcuni, che scegliendo di vivere
in una sorta di medioevo dove ogni macchina è abolita,
sono confinati in vere e proprie riserve. Sono i rappresentanti
della coalizione umana. Tale equilibrio viene rotto, quando
qualcuno inizia a distruggere i surrogati cauando la morte
degli operatori umani. Una coppia di agenti dell'FBI è
chiamata ad investigare e tutte le prove portano verso un
unico posto: il mondo della coalizione umana. Inizia
così una guerra spietata tra l'uomo e la macchina...
"La premessa del film è che i replicanti abbiano
preso il controllo del mondo come i cellulari e i computer
- sostiene il regista Jonathan Mostow (U-571,
Breakdown - La trappola, Terminator 3: le macchine ribelli)
- I replicanti sono degli strumenti che offrono agli uomini
l'opportunità di vivere la propria vita in tutta sicurezza
nelle proprie case. Nel nostro film, rappresentano la libertà
assoluta, sia dal dolore fisico che dal peso mentale della
vita quotidiana. Il piacere è raggiungibile semplicemente
collegandosi. Ma per alcune persone, questi rappresentano
la perdita della propria umanità", prosegue Mostow.
Tratto dalla graphic novel di Robert Venditti,
Il mondo dei replicanti non è altro che una
versione 2010 dell’Invasione degli
ultracorpi, dove al posto degli alieni venuti dallo
spazio profondo, abbiamo la tecnologia che spinta ai suoi
estremi corre il pericolo di alienizzare la razza umana: "L'idea
centrale de Il mondo dei replicanti
è il modo in cui conserviamo la nostra umanità
in questo mondo sempre più tecnologizzato in cui viviamo
- continua il regista - La tecnologia è magnifica.
La fantasia legata alla tecnologia è che questa ci
dovrebbe liberare per poter essere creativi, produttivi e
meravigliosi. Il rovescio della medaglia è che in un
certo senso finiamo per diventare dei servi, perché
siamo ancorati ai nostri cellulari e ai Blackberry. E' magnifico
avere una mail, ma quando passi diverse ore al giorno a rispondere
alla posta, si trasforma in un obbligo. Così, per certi
versi, queste nuove opportunità sono anche un limite".
Ma il confronto umanità/tecnologia viene risolto sul
grande schermo attraverso i canoni classici e ripetitivi dell’action
thriller. La storia è puro pretesto, la realizzazione
è elegante ma innocua, i sentimenti ed i problemi filosofici
sono accennati il giusto per non disturbare il flusso adrenalinico
di un film che si lascia guardare piacevolmente (anche per
la durata minima di 95 minuti) senza lasciar traccia.
[fabio melandri]