Regia
Philippe Le Guay
Sceneggiatura
Philippe Le Guay
Fotografia
Jean-Claude Larrieu
Montaggio
Monica Coleman
Scenografia
Françoise Dupertuis
Costumi
Elisabeth Tavernier,
Anne Autran-Dumour
Musica
 Jorge Arriagada
Presentato in anteprima al festival di Torino e nelle nostre sale dal 12 dicembre, il film con Fabrice Luchini, Lambert Wilson e la nostra Maya Sansa è la storia di Serge, un attore di talento che però ha abbandonato la carriera per vivere come un eremita in una vecchia casa ereditata da uno zio, che un giorno si vede piombare in casa Gauthier, un suo vecchio amico e collega di set oggi di grande successo grazie ad una serie tv da 200 mila euro a puntata. Nonostante la grande popolarità della tv Gauthier vorrebbe debuttare a teatro e cerca in Serge un sodale per portare in scena "Il Misantropo" di Molière. Ma Serge è scettico e riottoso. I giorni di prove, le pedalate per l'Ile de Ré, l'incontro con una donna italiana potrebbero restituire a Serge la gioia di vivere…

Questo film nasce per caso, come ricorda il regista Philippe Le Guay, da un episodio realmente accaduto, nel quale lui, nel riportare al distratto Fabrice Luchini l’ennesimo copione (Le donne del 6° piano), visti i precedenti perduti, lo va a trovare in bicicletta a Île de Ré, e vedendolo esclama: “Sei un vero misantropo, confinato quaggiù!” . Fabrice prende lo spunto per mettersi a declamare il Misantropo di Molière a memoria, folgorando il regista che istantaneamente immagina una storia su un attore misantropo e poetico. Da qui il film si è materializzato.

Il film è giocato sul contrasto dualistico dell’essere attore: Serge, l’attore a tutto tondo, appassionato, vissuto e Gauthier, l’attore che ha scelto una carriera commerciale, di facile consumo, la star televisiva di telefilm per pubblico non impegnato. E’ una sorta di teatro nel teatro, dove il regista permette agli attori (Fabrice e Lambert) di poter interpretare loro stessi mentre provano il testo, incontrandosi e scontrandosi nella costruzione dello spettacolo, con la veridicità del dietro le quinte, che svela le fragilità degli interpreti e le loro personalità.

Già dal titolo si intuisce che le sequenze su due ruote hanno un ruolo rilevante nella storia. Le pedalate di Serge e Gauthier, anche su velocipedi scarsamente affidabili, sono occasione di confidenze, chiacchiere e scherzi, consentendo anche delle immersioni nel comico grazie alla mancanza di freni (un’invenzione simbolica?). E la pedalata a tre con Maya Sansa è un momento felice che richiama la scena della corsa di “Jules e Jim”, il capolavoro di Truffaut.

Il film è una vera poesia, un quadro a pennellate fluide, di emozioni tangibili, come quelle dell’attore che sembra respirare il testo, assimilandolo con magistrale bravura e diventandone parte (Serge) a fronte di una recitazione che non solo non vuole stare alle regole della metrica, ma che lo vorrebbe alterare per adattarlo a sé e alle proprie debolezze (Gauthier). Il rapporto con il testo evolve con lo scoprirsi dei personaggi che lo percorrono, cercando un’evoluzione su vie diverse, affrontando o sfuggendo le proprie inibizioni, o addirittura nascendo a una diversa, superiore dimensione vitale (esemplare la scena della pornostar che declama i versi di Moliere con trasporto e partecipazione, commuovendo gli attori e lo spettatore).

Il ritmo del film segue la metrica alessandrina, musicale, cadenzato e fluido, in delizioso contrappunto con la leggerezza di Jimmy Fontana, richiamato in una scena del film con la sua “Il Mondo”; è un piacere virtuosistico per chi lo interpreta, ed è un incanto per lo spettatore. Non a caso in Francia questo film ha avuto più di un milione di spettatori. Assolutamente da non perdere.
[maresa retica]

 

Interpreti
Fabrice Luchini, Lambert Wilson, Maya Sansa, Laurie Bordesoules, Camille Japy
Produzione
Les Films Des Tournelles, Pathé, Appaloosa Développement, France 2 Cinema, Soficinéma 9
Distribuzione
Teodora Film
Uscita
12/12/2013
Nazione | Anno
Francia | 2013
Genere | Durata
commedia | 104'