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Regia |
Alexandros
Avranas |
Sceneggiatura |
Alexandros
Avranas
Kostas Peroulis |
Fotografia |
Olympia
Mitilinaiou |
Montaggio |
Nikos
Helodonides |
Scenografia |
Eva
Manidaki, Thanassis Demiris |
Costumi |
Despina
Chimona |
Suono |
Nikos
Bougioukos |
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E' stato
uno dei pochi film della Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica
di Venezia edizione 2013 che ha lasciato il segno. Quello di
una cicatrice profonda nell'animo degli spettatori che lo hanno
visto, ma sopratutto vissuto con il suo carico insostenibile
di violenza ed orrore.
Una violenza ed orrore nascosti nelle pieghe delle immagini
rigorose, fredde, affilate come un bisturi, guidate con mano
sapiente dal 36enne regista greco Alexandros Avranas.
Non hai il tempo di metterti comodo sulla poltrona che il primo
shock ti colpisce e travolge. Il giorno del suo undicesimo compleanno,
mentre alle sue spalle i familiari festeggiano, Angeliki si
getta dal balcone. Un gesto inspiegabile su cui polizia e i
servizi sociali cercano di scoprire la ragione, mentre la famiglia
di Angeliki si aggrappa alla tesi di un tragico incidente. Ma
è evidente che sotto c'è molto di più,
un universo fatto di sottomissioni, silenzi, violenze minacciate
più che esibite; sebbene questa sia presente ed emerge
lentamente dai meandri di una sceneggiatura che costruisce un
universo a tinte fosche nella prima parte che diventano sempre
più scure nella seconda con il progressivo emergere di
dettagli che cambiano in modo preciso e spiazzante l'universo
prima composto.
Il capofamiglia, il nonno padre/padrone detta i ritmi della
vita del nucleo composto da madre, figlia e due nipotini, assicurando
che nulla manchi e che ogni cosa sia al suo posto. Un paradiso
artificiale, che sotto la superficie levigata inizia a mostrare
piccole crepe, indizi che a poco a poco manderanno in frantumi
quel mondo “perfetto”, costringendone i membri a
fronteggiare quello che per tanti anni hanno tentato di nascondere.
Ed ancora una volta la violenza offrirà la soluzione,
mantenendo unita la famiglia ed il loro “inconfessabile
segreto” al sicuro.
“Il
Padre, capo indiscusso, comanda e stabilisce il funzionamento
della famiglia attraverso strumenti non tanto differenti da
quelli usati per manipolare la società. - racconta
il regista premiato a Venezia con il Leone d'Argento insieme
al suo impareggiabile protagonista Themis Panou -. Gli altri
membri della famiglia sono vittime che non possono più
vivere con regole differenti da quelle con cui sono stati
cresciuti. Sono sempre stato in dubbio su chi detenga davvero
il potere: chi colpisce, oppure colui che sente il dolore?
La violenza più dura è quella del silenzio.
Del non detto. Della normalità che copre ogni vuoto
emotivo lasciato dall'esercizio del potere.”
Un potere, una violenza, un orrore che non esplode con tutta
la sua coreografia eccessiva come nelle visioni di Kim Ki-duk
ma rimane strisciante, più psicologica che fisica,
più emotiva che estetica. Solo in una sequenza il regista
ce la sbatte in faccia, senza riguardo, senza compromessi;
una violenza cieca, assordante, insostenibile (proprio perchè
stridente con il tono drammaturgico precedentemente tenuto)
che però accende nello spettatore la famosa lampadina
che illumina le vicende sin li raccontate di nuova luce, quella
stessa che fa fatica a spegnersi anche dopo i titoli di coda.
[fabio
melandri]
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Interpreti |
Themis
Panou, Reni Pittaki, Eleni Roussinou, Sissy Toumasi,
Kalliopi Zontanou,
Konstantinos Athanasiades, Chloe Bolota, Maria Skoula |
Produzione |
Faliro
House Productions, Plays2place Productions |
Distribuzione |
Eyemoon
Pictures |
Uscita |
31/10/2013 |
Nazione
| Anno |
Grecia
|2013 |
Genere
| Durata |
drammatico | 99' |
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