Sut
(latte) è il secondo segmento di una trilogia che,
cominciata con Yumurta (Uova)
nel 2007 e che proseguirà con Bal
(Miele), percorre a ritroso dall’età adulta fino
all’infanzia la vita di un poeta, Yussuf, incarnazione
dello scontro tra vecchio e nuovo nella società turca.
Trattandosi del segmento centrale, Yussuf è qui rappresentato
come un giovane ragazzo che, appena diplomato, vive con la
madre e si mantiene vendendo latte. Ma la sua passione è
scrivere poesie e sembrerebbe pure abbia talento visto che
alcune sue composizioni sono state pubblicate su una rivista.
Eppure non riesce ancora a capire che cosa fare della sua
vita diviso tra le velleità artistiche e l’appartenenza
ad un mondo rurale con le sue tradizioni e i suoi ritmi. La
scoperta della relazione della madre con il capostazione del
paese e la riforma dall’esercito lo aiuteranno a scegliere
quale strada intraprendere.
Sullo sfondo del repentino e progressivo processo di industrializzazione
che ha investito le regioni rurali della Turchia il passaggio
alla vita adulta di un giovane che non sa se seguire la modernità
culturale verso cui si sta dirigendo il suo Paese o uniformarsi
alle regole maschiliste di una tradizione millenaria. Il cambiamento
interiore di Yussuf si esemplifica nel rapporto conflittuale
con la madre che inquietanti segni del destino già
gli presagiscono (i fondi neri del caffè, il serpente
in cucina). Una volta cresciuto, il figlio non è più
dipendente dalla madre (e in questo consiste la metafora del
latte cioè latte materno che dà la vita) e può
distaccarsene per continuare il percorso della propria vita
con i propri piedi. Allo stesso modo la madre, appurata l’autosufficienza
del figlio, può dedicarsi a se stessa dando libero
sfogo alla propria femminilità. Solo il distacco dalla
figura centrale e dominante della madre segna il passaggio
mentale dall’infanzia alla maturità. [marco
catola]