Gemma
(Ilaria Occhini, vincitrice a Locarno del Pardo per la migliore
interpretazione femminile), toscana e dal carattere diffidente,
ha da poco perso il marito. Il figlio Enrico (Corso Salani)
decide di affidarla ad Angela (Dorotheea Petre), una giovane
badante rumena, affinché non sia sola nella casa di
Firenze. La convivenza tra le due, inizialmente difficoltosa
e basata sulla circospezione, con il passare dei giorni diventa
qualcos’altro. Gemma abbandona l’iniziale sospetto,
per porsi verso Angela quasi come una madre, prendendo le
sue difese a discapito dei vicini e preparandole la cena.
L’atmosfera serena e basata sulla fiducia, però,
s’incrina quando durante le feste natalizie, la ragazza
non riesce più a mettersi in contatto con il marito,
che vive in Romania. Il bisogno di capire cosa stia accadendo
la spinge a partire. Gemma decide di seguirla: vuole starle
vicino e nel contempo ricominciare a ‘vivere’.
Racconta il regista: “Mar Nero
è legato a fatti della mia biografia: Gemma è
mia nonna e Angela è stata la sua ‘badante’.
L’anima e i personaggi di questa storia li devo a loro.
Ci sono i loro caratteri, le loro emozioni, le loro tensioni.
Tutto il loro rapporto”. Nonostante le difficoltà
linguistiche, anagrafiche e culturali, le due protagoniste
sapranno conoscersi e diventare amiche. L’opera prima
di Federico Bondi, sceneggiata a quattro mani con Ugo Chiti,
è un inno alla tolleranza e all’apertura verso
il diverso.
Realizzata tra Firenze e Sulina, in Romania, la pellicola
ha una tecnica registica molto semplice, grazie all’utilizzo
della tecnologia digitale e a numerosi piani sequenza, “per
dilatare il tempo della recitazione, fornendo alle interpreti
una libertà che le sottrae dalla condanna delle interruzioni,
del controcampo, delle luci…”. Il film al 61°
Festival di Locarno ha vinto il premio della giuria Ecumenica
e il terzo premio della Giuria dei giovani. [valentina
venturi]