Le luci
della sera
è l’ultimo
film di una trilogia che ha avuto inizio con Nuvole
in viaggio e L’uomo senza
passato. Laddove il primo film trattava il tema della
disoccupazione e il secondo descriveva la vita dei senza tetto,
il tema di questo terzo film è la solitudine.
Così come il piccolo vagabondo di Chaplin, il protagonista
del film, un uomo di nome Koistinen, vive la dura realtà
quotidiana al solo scopo di trovare un posto in cui rifugiarsi,
ma sia i suoi simili che l’anonimo apparato sociale
si sentiranno in diritto di privarlo di tutti i suoi sogni
e di cancellare ogni sua speranza.
Un gruppo di delinquenti farà leva sul suo bisogno
d’amore e sulla sua posizione di guardia notturna, per
compiere una rapina, lasciandolo solo ad affrontare le conseguenze.
Tutto ciò, con l’aiuto di una donna senza cuore,
uno dei personaggi femminili più insensibili della
storia del cinema, paragonabile alla protagonista di Eva
contro Eva di Joseph L. Mankiewicz (1950). Koistinen
viene privato del suo lavoro, della sua libertà e dei
suoi sogni. Fortunatamente per il nostro protagonista, l’autore
del film è noto per il suo ‘cuore tenero’,
perciò ci auguriamo che una scintilla di speranza illumini
il finale.
Le
luci della sera è un film
sulla solitudine, un tema sempre attuale, qui affrontato senza
pericolosi sentimentalismi o dispersive idealizzazioni. La
luce romantica e l’atmosfera fiabesca che spesso sprigionano
una sorta di ‘qualità magica’ nei film
di Kaurismaki, sono del tutto assenti. La scena iniziale della
città è uno dei ritratti più suggestivi
e complessi del regista, grande pittore di città, in
cui vengono riprese, l’una all’interno dell’altra,
le varie zone della città di Helsinki, dall’immagine
più patinata della Finlandia ufficiale, alla spietata
area di Ruoholahti, intrecciate in un labirinto architettonico
e ideologico.
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