Le
Cronache di Narnia: il Leone, la Strega e l'Armadio
è tratto dall’omonimo capolavoro di C.S. Lewis,
uscito per la prima volta nel 1950, favola senza tempo che ha
appassionato nel corso degli anni il cuore di grandi e piccini.
Lewis era un erudito critico e grandioso scrittore, peraltro
amico e contemporaneo di Tolkien, e vero ispiratore di J.K.
Rowling, autrice della famosa saga di Harry Potter. Il leone,
la strega e l’armadio è soltanto il primo di una
lunga serie di titoli (in totale sono sette) che a partire da
metà degli anni ’50 hanno travolto il mondo letterario
internazionale con milioni di copie vendute in tutto il mondo
(successo inferiore solo a quello di Harry Potter).
La versione cinematografica della trilogia dell’anello
di Peter Jackson ha decisamente spianato la strada al genere
fantasy, da anni rimasto sotto chiave, ansioso di uscire allo
scoperto come una bomba ad orologeria. Purtroppo, vuoi per il
successo internazionale delle saghe tolkeniana e rowlinghiana,
vuoi per motivi esclusivamente cronologici (Narnia era in progetto
da anni ma la sua realizzazione ha richiesto molto più
tempo del previsto), il film di Andrew Adamson, maestro neozelandese
degli effetti digitali e già regista di Shrek,
è destinato a riscuotere meno consenso rispetto ai suoi
esimi predecessori.
In realtà la storia è ben diversa: durante la
Seconda Guerra mondiale i quattro fratellini Povensie vengono
spediti dalla madre nella casa di campagna di un vecchio professore.
Qui, mentre giocano a nascondino, entrano per caso in un armadio
che li trasporterà magicamente nel regno fatato di Narnia
tra creature mostruose, animali parlanti e boschi incantati.
Unendo sapientemente la tradizione mitologica classica a quella
favolistica (specialmente nordica), è un epico film d’avventura
che prende vita grazie all’entusiasmo di Adamson, bambinone
cresciuto che lascia alla fantasia uno spazio preponderante,
e alle straordinarie tecniche di animazione digitale curate
dalla ILM, dalla Sony Pictures Imageworks e dalla Rythym &
Hues.
Un film per tutti dunque che non risparmia una certa dose di
violenza (in particolare nelle scene di battaglia) e di suggestione
(la perfida strega bianca e il suo regno innevato sono abbastanza
inquietanti). Tutto appare forse un po’ gelido, ci si
appassiona di meno alle avventure dei fratellini Povensie ma
l’atmosfera di questo universo parallelo realistico e
non semplicemente frutto della fantasia lascia il segno. Come
del resto anche la miriade di personaggi da antologia: Tumnus
il fauno, Jadis la strega bianca, Aslan il leone (purtroppo
funestato dal doppiaggio italiano di Omar Sharif), Babbo Natale
(in verde e non in rosso come nella tradizione celtica), centauri,
minotauri, castori, grifoni, nani, lupi, driadi, giganti, satiri
e molti altri. [marco catola]
|
|