Le crociate
Kingdom of Heaven
Regia
Ridley Scott
Sceneggiatura
William Monahan
Fotografia
John Mathieson
Montaggio
Dody Dorn
Musica
Harry Gregson-Williams
Interpreti
Orlando Blooms, Eva Green, Jeremy Irons, David Thewlis, Brendan Gleeson, Liam Neeson, Ghassan Massoud, Edward Norton, Michael Sheen, Marton Csokas, Alexander Siddig, Khaled Nabawy, Jon Finch
Anno
2005
Durata
147'
Nazione
USA
Genere
drammatico
Distribuzione
Medusa Film
Dopo la scommessa vincente de Il Gladiatore, Ridley Scott ritenta la carta del dramma storico avventuroso, passando dagli intrighi, vendette e bramosie di potere dell’antica Roma a quelle che si consumano nella città di Gerusalemme nel periodo storico a cavallo tra la seconda e terza crociata, quando la Città e gran parte della terra Santa erano governate da cavalieri europei spinti in quei luoghi dal loro fervore religioso e dalla promessa di una terra esotica e ricca di cui diventare proprietari.
Al grido di “E’ Dio che lo vuole” nel 1095 Papa Urbano II
chiamò l’Europa cristiana ad impegnarsi nella riconquista della città santa di Gerusalemme caduta nelle mani degli “infedeli” mussulmani nel VII secolo. Liberata nel corso della Prima Crociata (nel complesso furono otto), la storia narrata dal regista inglese parte nel 1186, quando la minaccia alla città è portata dal crescente potere di un uomo, Saladino (Ghassan Massoud) durante la reggenza del giovane e malato Re Baldovino, che affetto da peste morirà in giovanissima età.
La sensazione è quella di aver tentato di riproporre uno schema vincente in passato , Il Gladiatore, ma diffilmente
ripetibile: un giovane uomo costretto dagli eventi e dagli affetti familiari ad intraprendere strade a lui sconosciute, ad avventurarsi in luoghi esotici e pericolosi, ad innamorarsi della persona sbagliata.
Al tramonto di un papato, quello di Giovanni Paolo II, che ha fatto del dialogo interreligioso e della analisi critica degli errori della Chiesa il suo cardine programmatico più importante, probabilmente un film come Le Crociate risulta inutile e tardivo. Il messaggio pacifista che Scott lancia è sospetto di furbizia e produce falsificazioni storiche e semplificazioni che sono difficili da digerire. I conflitti tra
cristiani e mussulmani erano molto più accesi e sanguigni di quanto il film non mostri, così come – ma questo il regista lo ammette esplicitamente – il rispetto reciproco tra le religioni era assai minore di quanto il film non mostri.
Fatti salvi i falsi storici e le semplificazioni “giustificati” dal messaggio pacifista di cui il film si fa portatore; cosa ci rimane? Le grandi scene di massa? L’appassionante storia d’amore tra il crociato Baliano (Orlando Bloom) e la moglie del suo più acerrimo nemico Sibilla (Eva Green)?
Le spettacolari scene di battaglia tra cristiani e mussulmani
per la presa di Gerusalemme? Se ci si accontenta, si gode, ma... Il personaggio di Eva Green è imbarazzante, inserito a forza nella struttura narrativa rimane un corpo estraneo e la storia d’amore con il prode Bloom ha lo stesso patos e forza emotiva di un romanzo Harmony. Le scene di battaglia sanno di messa in scena convenzionale e soprattutto per chi ha visto la scena della battaglia del fosso di Rohan ne Il Signore degli Anelli - Le due torri, non potrà non notare pericolose somiglianze prive per altro di quel coinvolgimento emotivo e patos che Peter Jackson era

riuscito a creare. Dopo gli insuccessi di film come Troy ed Alexander, sembra difficile che Le crociate possano risollevare i destini del filone storico-avvenuroso riportato in auge da un film Il Gladiatore che, al di là dei suoi effettivi meriti artistici, rappresenta per i suoi epigoni la fortuna e al contempo una vera e propria maledizione. [fabio melandri]