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Anno
2012
Nazione
Usa
Genere
commedia
Durata
117'
Uscita
07/03/2013
distribuzione
Eagles Pictures |
Regia |
David
O. Russell |
Sceneggiatura |
David
O. Russell |
Fotografia |
Masanobu
Takayanagi |
Montaggio |
Crispin
Struthers,
Jay Lash Cassidy |
Scenografia |
Judy Becker |
Costumi |
Mark
Bridges |
Musica |
Danny Elfman |
Produzione |
Mirage Enterprises, The Weinstein Company |
Interpreti |
Bradley
Cooper, Robert De Niro, Jennifer Lawrence, Jacki Weaver,
Chris Tucker, Anupam Kher, Shea Whigham, Julia Stiles |
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Forte
del premio Oscar per la migliore interpretazione femminile
assegnato a Jennifer Lawrence (forse un riconoscimento eccessivo,
ma visto il successo in America, una statuetta tra le otto
nomination doveva pur conquistarlo), esce in Italia la piacevole
commedia “Il lato positivo”.
Pat Solatano (Bradley Cooper) è affetto da sindrome
bipolare (cicli alterni di depressione/esaltazione). Dopo
otto mesi in un istituto per malattie mentali - ha tentato
di uccidere l'amante della moglie Nikki trovato in doccia
con lei -, viene riportato a casa dalla madre (Jacki Weaver),
in seguito a un patteggiamento della pena che avrebbe dovuto
scontare. Torna a casa convinto di poter diventare il marito
perfetto e riconquistare la moglie. L’ambientamento
alla quotidianità è un passo fondamentale: tra
letture ossessive, manie sportive per la squadra di football
dei Philadelphia Eagles del padre (Robert De Niro, in parte
come non accadeva da tempo) e la necessità di andare
dal terapista e di prendere i medicinali prescritti. Il ritorno
alla normalità apparente implica anche rivedere i vecchi
amici. Invitato a cena, conosce Tiffany (la Lawrence), anche
lei affetta da problemi psichiatrici (morto il marito, si
concede senza limiti a chiunque le capiti sotto mano). Come
dice il detto, "l'unione fa la forza": i due disturbati
si alleano. Lei promette di consegnare una lettera a Nikki
e lui in cambio partecipa a una gara di ballo. Tra passi di
danza e intimità corporea, i due amici diventeranno
qualcosa di più.
“Il
lato positivo” è una commedia
piacevole, che scorre via fluida - nonostante le due ore di
durata - e che lascia un sapore dolce in bocca: gli Happy
End americani ancora una volta sono una sicurezza. Se a questo
si aggiunge la pillola (un’altra!) agrodolce della malattia
mentale, una coppia improbabile che s’innamora e dei
comprimari di tutto rispetto, il miracolo cinematografico
è compiuto.
[valentina venturi]
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