Non
c'è poi molta differenza tra il peso di ceste di frutta
o di borse da lavoro, se poi alla fine la scala da salire
è la stessa per tutti.
La solitudine, la povertà, la sofferenza, gli sbagli,
le capacità non possono essere poi così diverse,
solo perchè a dividerci c'è una lingua incomprensibile.
O forse sì.
Vincenzo Buonavolontà (Castellitto, bravissimo) perde
il lavoro, perchè i cinesi hanno comprato lo stabilimento
siderurgico dove lavora.
Conoscendo un difetto di un altoforno, che può essere
pericoloso, parte per Shanghai per portare il pezzo giusto.
Con l'aiuto di Liu Ha ( l'esordiente Tai Ling) comincia un
road movie alla ricerca dell'altoforno, per portare il pezzo
giusto. Ma la ricerca diventa uno spostamento continuo, su
mezzi di fortuna, alla ricerca di un qualcosa, di un pezzo
mancante o da aggiustare proprio dentro di loro.
Due culture diverse, ma mai così attuali nel loro progressivo
avvicinamento. Una ricerca di punti in comune, per scoprire
che poi le miserie umane accomunano un po' tutti i popoli.
E tutti nella propria vita hanno una stella mancante.
Tornano i temi cari di Amelio: la paternità, la solitudine,
il viaggio come crescita. E l'attenzione per i piccoli particolari,
la vita delle strade, il fiume, i lavori. Anche i sentimenti
sono sussurrati, lievi, senza artifici. Un film delicato,
con due bravi attori. Castellitto intenso, Tai Ling brava
al suo esordio.
[sara lucarini]