C'era
una volta un regista capace di produrre piccoli capolavori
del cinema demenziale (Animal House)
e realizzare film a metà tra la fantascienza e la commedia
in un perfetto equilibrio degli elementi in campo (Ghostbuster).
C'era un volta ed oggi non c'è più. Il chi la
visto è Ivan Reitman che dopo in non proprio memorabili
Dave - Presidente per un giorno,
Sei giorni e sette notti, si
lascia precipitare verso il baratro cinematografico con questo
La mia super ex-ragazza!
Matt (Luke Wilson) pensa finalmente di aver trovato la ragazza
perfetta nella timida ed introversa Jenny (Uma Thurman), che
quando il pericolo incombe e Superman
è in ricerca di se stesso sul pianeta Kripton, si trasforma
nella super-eroina G-Girl. Ma come ci insegna la cinematografia
recente, è sempre più dure per i super-eroi
far convivere la loro dimensione supernatural con quella umana,
tanto che Jenny è invadente, possessiva, iraconda.
Quando Matt, decide di lasciarla per rivolgere le sue attenzione
alla placida Hannah (Anna Faris) le cose si mettono non male,
peggio. E se dagli ex-amanti ce ne guardi Dio che ai nemici
ci penso io, Matt stringe uno scellerato patto di alleanza
con l'acerrimo nemico di G-Girl l'effeminato professor Bedlam.
Non state più nella pelle dalla curiosità di
come andrà a finire? Vi capisco... anzi no. La
mia Super ex-ragazza è il calssico film costruito
su un'ideuzza, gonfiata a dismisura con anabolizzanti come
effetti speciali (al risparmio in vero), battute e trovate
a sfondo sessuale che fanno sempre il loro effetto ed interpretazioni
capaci di rovinare una carriera sino a quel punto rispettabile
di due attori che non si era soliti trovare nel miglior cinema
indipendente come Uma Thurman( Henry
& June, Cowgirl - Il nuovo
sesso, Pulp Fiction) e
Luke Wilson (Un colpo da dilettanti,
I Tenenbaum, Dog
Park).
Una sciattezza di messa in scena, poca cura nei dialoghi,
situazioni trite e ritrite riposte con arroganza continuità,
rendono questa perricolo altamente irritante abbassando la
solgia della tollerabilità e della pazienza di spettatori
che andrebbero trattati con maggior intelligenza di quanto
non si faccia. E dispaice maggiormente se pensiamo che lo
sceneggiatore Don Payne, qui al debutto per il garnde schermo
è uno degli autori storici della serie I Simpson.
[fabio melandri]
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