Shangai,
1936. Alla vigilia dell’invasione giapponese, la città
è un luogo di incontro tra faccendieri, politici, uomini
d’affari ed esponenti della malavita. Quanto grigia e
desolante è la vita diurna, tanto sfavillante, vivace,
piena di luci quella notturna tra bar e club privati. In uno
di questi si incontrano Jackson (Ralph Fiennes), ex diplomatico
americano distrutto per la perdita della famiglia e rimasto
privo di vista in un’esplosione, e Sofia (Natasha Richardson)
contessa russa esule e costretta a mantenere la famiglia facendo
la ballerina nei bar.
Alle soglie di un destino incerto e sanguinoso, si consuma la
silenziosa passione tra i due all’interno dell’elegante
locale “The White Countess”, apparente mondo perfetto
e chiuso in se stesso contro l’affresco più grande
che si sta compiendo al di fuori delle sue mura.
A distanza di 15 anni si ricompone il gruppo creativo di Quel
che resta del giorno, con Ismail Merchant (qui alla sua
ultima fatica) alla produzione, Kazuo Ishiguro alla sceneggiatura
e James Ivory alla regia.
Con un minimo di conoscenza pregressa della coppia Ivory-Merchant
si sa già cosa aspettarsi da quest’opera che se
da una parte conserva i canoni del bel cinema fatto di sontuose
ricostruzioni sceniche, ricchezze di costumi, fotografia ricercata
ed elegante, storie con sentimenti da assoluti protagonisti.
Ma quello che emerge è una inusuale, per Ivory così
attento ai dettagli come al generale, asetticità e bidimensionalità
di messa in scena.
Un film diseguale in cui lo scenario, con le sue quinte ed atmosfere,
prendono il sopravvento, soffocando la storia dei due protagonisti,
che proprio originalissima non è, appesantita ulteriormente
da interpretazioni di maniera e da una rara varietà espressiva
da parte dei due protagonisti, Ralph Fiennes in testa. Un melodramma
storico che tende a soffocare, raggelare le emozioni che il
testo suggerisce, in cui ai tumulti della storia avrebbero dovuto
fare da compendio quelle dei sentimenti ed emozioni, che rimangono
invece più suggeriti che espressi.
[fabio melandri] |
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