La commedia del potere
L’ivresse du pouvoir
Regia
Claude Chabrol
Sceneggiatura
Odile Barski,
Claude Chabrol
Fotografia
Edouardo Serra
Montaggio
Monique Fardoulis
Scenografia
Françoise Benoit-Fresco
Costumi
Mic Cheminal
Musica
Matthieu Chabrol
Produttore
Patrick Godeau
Interpreti
Isabelle Huppert, François Berléand, Patrick Bruel, Robin Renucci,
Maryline Canto, Thomas Chabrol, Jean-François Balmer, Pierre Vernier
Anno
2006
Genere
drammatico
Nazione
Francia
Durata
110'
Distribuzione
Bim Distribuzione
Uscita
6-10-06

“Qualsiasi riferimento a personaggi reali è, diciamo, fortuito…”
Con questa didascalia in apertura Claude Chabrol manifesta la sua dichiarazione di intenti. Nessun riferimento a persone e situazioni reali ma rappresentazione di un universo e personaggi verosimili.
Jeanne Charmant Killmann, pubblico ministero, viene incaricata di indagare su un complesso caso di concussione e appropriazione indebita di fondi in cui è coinvolto il Presidente di un importante gruppo industriale. Con il progredire delle indagini e degli interrogatori, il giudice si rende conto di quanto potere sia nelle proprie mani e di quanto più vada avanti più ne resti impigliata. Nessuno è esente da questa malattia: tutti i personaggi in campo sono ebbri di potere. La sua perdita, lenta e inesorabile quanto repentina ed improvvisa,
Al contempo la sua vita privata inizia a mostrare crepe sempre più profonde ed inarrestabili.
Il pubblico ministero interpretato da Isabelle Huppert richiama alla mente l’ex pm di casa nostra Antonio Di Petro, nella perseverata, ostinata, maniacale e ossessiva persecuzione del reato; un esercizio di potere “assoluto” che lentamente va ad inquinare la sua sfera privata con il lento abbandono da parte di amici prima e marito poi.
Il regista francese imbastisce un melodramma sul potere, un gioco di ruoli in cui tutti alla fine risultano vittime di qualcuno e carnefici di qualcun altro. Un opera che punta più ad un’analisi comportamentale che non psicologica dei personaggi, riducendo al minimo l’azione vera e propria (le indagini) per concentrarsi su corpi - la messa in scena come disposizione di corpi nello spazio è un vero trattato di prossemica – e dialoghi sin troppo ridondanti. [fabio melandri]