L'imbroglio
The Hoax
Regia
Lasse Hallström
Sceneggiatura
William Wheeler
Fotografia
Oliver Stapleton
Montaggio
Andrei Mondshein
Scenografia
Mark Ricker
Costumi
David C. Robinson
Musica
Carter Burwell
Produzione
Miramax Film
Interpreti
Richard Gere, Alfred Molina, Hope Davis, Eli Wallach, Stanley Tucci, Marcia Gay Harden, Julie Delpy, Antoine Knoppers, Michael J. Burg
Anno
2006
Genere
commedia
Nazione
USA
Durata
115'
Distribuzione
Eagle Pictures
Uscita
20-10-06

L’America è capace di amare i suoi anti-eroi con la stessa intensità dei suoi eroi.
Ricordate Frank W. Abagnale Jr (Leonardo Di Caprio) che si fingeva avvocato, pilota e dottore nella commedia di Steven Spielberg Prova a prendermi? O l’aristocratico concorrente Charles Van Doren (Ralph Fiennes) del truccatissimo Quiz Show di Robert Redford?
Ora è la volta dello scrittore Clifford Irving, un uomo alla ricerca di salire sul treno del successo che in più di un’occasione lo ha sfiorato senza consentirgli di salirci sopra. Ma la via che porta alla fama è costellata di bugie e “Più la sparo grossa, più mi rendo conto che sarà convincente.”
La balla, o meglio l’imbroglio del titolo, è l’autobiografia “autorizzata” del miliardario, nonché pilota, inventore e produttore cinematografico Howard Hughes (ricordate il Leonardo Di Caprio in The Aviator di Martin Scorsese?). Il problema è che a Hughes, che vive recluso vittima delle sue ossessioni e manie in un angolo sperduto del mondo, non passa neanche per l’anticamera del cervello di condividere segreti e momenti della sua vita con un illustre sconosciuto. Non potendo quindi avvicinare il vero miliardario, Irving se ne costruisce uno virtuale, ma talmente aderente alla realtà da convincere la potente casa editrice McGraw-Hill, la rivista Life, il mondo dei media in generale ed addirittura lo stesso Hughes, che finirà per utilizzare il burattinaio Irving per saldare alcuni conti rimasti in sospeso.
L’imbroglio è un film sul gioco di potere, su ruoli ed interpretazioni che cambiano la rappresentazione stessa della realtà in atto, tanto da confondere il burattino con il burattinaio, la realtà con la finzione, l’imitato con l’imitazione. Un intricato gioco di poteri narrati con i toni leggeri della “buddy comedy” – tutti da gustare i duetti tra Richard Gere e la sua spalla Alfred Molina – e l’impegno sociale da film inchiesta alla Tutti gli uomini del Presidente. Un capolavoro, quindi? Non diremmo, grazie soprattutto alla regia piatta, anonima ed implosiva del mediocre Lasse Hallström, regista svedese trapiantato in America ed autore di pellicole come Qualcosa di cui…sparlare, Le regole della casa del Sidro, Il vento del perdono, Chocolat ed il recente Casanova, capace di smantellare le potenzialità inespresse del buon testo scritto da William Wheeler e tratto dall'autobiografia che lo stesso Irving ebbe modo di scirvere durante i suoi due anni di reclusione a seguito degli eventi narrati in questa pellicola.
[fabio melandri]