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Anno
2011
Nazione
UK
Genere
sentimentale
Durata
120'
Uscita
07/10/11
distribuzione
VIDEA |
Regia |
Cary
Fukunaga |
Sceneggiatura |
Moira
Buffini |
Fotografia |
Adriano
Goldman |
Montaggio |
Melanie
Oliver |
Scenografia |
Will
Hughes Jones |
Costumi |
Michael
O-Connor |
Musica |
Dario Marianelli |
Produzione |
Ruby
Films
Focus Features
BBC Films |
Interpreti |
Mia
Wasikowska, Michael Fassbender, Jamie Bell, Imogen Poots,
Judi Dench, Sally Hawkins |
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Per
parlare di Jane Eyre
dobbiamo citare personaggi come Orson Welles e Joan Fontaine,
nella versione Fox del 1944 in una locandina dell’epoca,
che oggi faremo stampare su una tazza-souvenir in cui Mr. Rochester
tiene tra le mani la faccia appassionata e sofferente della
sua amata Jane. Per esordio cinematografico intendiamo un film
del 1910 i cui attori Irma Taylor e Frank Crane hanno nomi talmente
impolverati da essere difficile ogni ricerca; portiamo dunque
avanti la fiamma olimpica attraversando tutto il ‘900,
passando per qualsiasi genere di set giungiamo all’abbagliante
Jane Eyre di
Zeffirelli del 1996 fino ad arrivare qui, con Mia Wasikowska
che, tornata dal Pese delle Meraviglie (lei è l’Alice
di Tim Burton), interpreta nuovamente una delle eroine che abitano
nelle opere narrative dell’Inghilterra Vittoriana.
Al coro femminile dell’800 di Madame Bovary di Flaubert,
Anna Karenina di Tolstoj, Emma di Austen e Tess di Ardey, si
unisce Jane, un’ispirazione di Charlotte Bronte, nata
dall’immagine che la scrittrice aveva di se. Una donna
non troppo bella, sia nel volto che nel fisico piuttosto minuto,
ma dai cui occhi tracimava un temperamento dignitoso e sicuro,
nonostante le difficoltà che la vita affettiva e sociale
le imponevano.
Jane pretende fedeltà, rispetto, ha bisogno di sentirsi
libera, di identificarsi. Si confronta e si difende perché
lei stessa sa di non poter pretendere un matrimonio borghese
senza avere una dote e cercare di infrangere le convenzioni
in un epoca come quella, può diventare umiliante e pericoloso.
L’essere
perennemente sottoposta ad un continuo rinnovo di volti ed interpretazioni,
nonostante tutto porta Jane Eyre ai giorni nostri senza che
essa sia per niente cambiata. Merito di Zeffirelli, certamente,
ma anche di Kukunaga, giovane regista che esordì nel
2009 con Sin Ombre,
che per la seconda volta mostra di essere incline al racconto
di personaggi dal carattere forte e di grande di volontà.
Capace di mantenere il giusto equilibrio tra la vita della giovane
Jane, dipanata tra la perfida zia, la profonda amicizia con
Helen, il suo periodo al collegio, l’alloggio nella nobile
dimora della famiglia Rochester e il suo innamoramento, Kukunaga
si è appropriato di un classico, lo ha curato nei dettagli
ed ora potrà andare fiero di averlo nella sua, speriamo
lunga, filmografia. [silvia
langiano] |