Intramontabile effervescenza
Elsa & Fred
Regia
Marcos Carnevale
Sceneggiatura
Marcos Carnevale, Lily Ann Martin, Marcela Guerty
Fotografia
Juan Carlos Gòmez
Montaggio
Nacho Ruiz Capillas
Scenografia
Satur Idarreta
Costumi
Nereida Bonmatì
Musica
Lito Vitale
Produzione
Tesela P.C., Eshazam Producciones
Interpreti
Manuel Alexandre, China Zorrilla, Blanca Portillo, Roberto Carnaghi, José Angel Elgido, Gonzalo Urtizberea, Omar Munoz, Federico Luppi
Anno
2006
Genere
commedia
Nazione
Argentina, Spagna
Durata
106'
Distribuzione
Lady Film
Uscita
19-01-07

Elsa ha 82 anni e ne ha passati 60 sognando l’istante che già Fellini aveva immortalato: immergersi nella Fontana di Trevi, come nella Dolce Vita. Senza Marcello Mastroianni.
Alfredo dopo aver perso sua moglie, si sente sconvolto e confuso. Elsa irrompe nella sua vita con brio, determinata ad insegnargli che il tempo che ha da vivere – tanto o poco che sia - è prezioso, e che va vissuto con gioia.
Un film costruito all’ombra di Fellini “Avevo più o meno 14 anni quando vidi per la prima volta La Dolce Vita. Lo vidi in un cinemino di paese, nella provincia di Córdoba, Inriville.- ricorda il regista Marcos Carnevale - Io, come Totó di Nuovo Cinema Paradiso, vivevo nella cabina di proiezione sognando del giorno in cui anch’io avrei fatto un film, o almeno girato una scena come quella di Anita e Marcello nella Fontana di Trevi.
Un film felliniano nel titolo - l’originale suona come Elsa & Fred - meno nel suo svolgimento, eccezion fatta se non per i luoghi romani che i due protagonisti ripercorreranno all’interno di una memoria comune, quella cinematografica, che diviene memoria personale.
Storia d’amore geriatrico che punta tutto sull’appeal due protagonisti Manuel Alexandre e China Zorilla fondato su piccoli bisticci amorosi e sviluppi da melodramma abbastanza telefonati e costruiti per montare l’emozione. Per chi ancora riesce ad innamorarsi, un inno alla gioia che necessità di una sospensione della verosimiglianza. Un sogno a cui piacerebbe poter credere e vivere, di quelle storie insomma di cui il cinema è pieno, la realtà molto meno.
[fabio melandri]