L'incredibile Hulk
The Incredible Hulk
Regia
Louis Leterrier
Sceneggiatura
Zak Penn, Edward Harrison
Fotografia
Peter Menzies Jr.
Montaggio
John Wright
Scenografia
Kirk M. Petruccelli
Costumi
Renée Bravener
Musica
Craig Armstrong
Interpreti
Edward Norton, Liv Tyler, Tim Roth, William Hurt, Robert Downey jr.,
Tim Blake Nelson, Peter Mensah, Ty Burrell, Christina Cabot, Stan Lee, Lou Ferrigno
Produzione
Marvel Enterprises, Marvel Studios, Universal Pictures, Valhalla Motion Pictures
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
fantasy
Durata
112'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
18-06-2008
Giudizio
Media

Esce una nuova versione del film sull’essere verde, ideato nel 1962 dalle matite di Stan Lee e Jack Kirby.
Nel 2003 ci provò Ang Lee, ma non ebbe successo. La pellicola con Eric Bana fu un flop imprevisto: in Usa incassò solo 137 milioni di dollari. Ora l’Universal ci riprova con il regista Louis Leterrier, già autore di The Transporter, ma c’è aria di polemica. Questo Incredibile Hulk è sceneggiato e interpretato da Edward Norton, che ha espresso la sua insoddisfazione per non aver potuto mettere bocca sul final cut. «Ho interpretato tanti personaggi letterari – dichiara il co-protagonista di Fight Club -, ma sono affascinato da Hulk, come tutti coloro che restano legati alla serie televisiva. E’ un solitario perché sa di non poter essere una persona normale e cerca una cura. Vive in esilio per paura».
Ritroviamo lo scienziato Bruce Banner nelle favelas brasiliane di Rio de Janeiro: è fuggito dopo aver rischiato di uccidere la sua amata Betty (Liv Tyler, in un ruolo molto simile a quello avuto in Armageddon di Michael Bay), la figlia del generale Thunderbolt Ross (William Hurt, con delle sopracciglia sataniche), che cinicamente gli sta dando la caccia per utilizzarlo a scopi militari. Bruce viene rintracciato, dopo che il suo sangue finisce in un succo brasiliano esportato in America; da questo momento riprende la fuga.
A dargli la caccia c’è il militare Emil Blonsky (ha il volto di Tim Roth): un soldato del KGB assetato di rivalsa, al punto da accettare di farsi iniettare un siero che lo renderà invulnerabile e invincibile, trasformandolo in Abominio. Tutto l’opposto di Hulk/Bruce, “che ha senso etico – precisa Norton -, ma ha dentro di sé questa “cosa” terribile ed è alla disperata ricerca di un antidoto. Il Male e il Bene si fondono in questa sorta di Frankenstein. Hulk è la faccia nascosta dell’aggressività umana distruttiva e autodistruttiva, ma soffre la sua metamorfosi”. Prosegue Roth: “Io impersono il Male puro, voglio i poteri di Hulk per non fermarmi di fronte a nulla. Il mio uomo d’azione è un monito perché l’unica cosa che gli interessa è possedere il potere, malsana dipendenza del nostro secolo”.
Lo scontro finale, quello atteso da tutti gli appassionati degli effetti speciali, avviene sui tetti, tra catene e colonne distrutte. Sulle strade di Harlem combatteranno Hulk e Abominio: vincerà il “verde pistacchio”. Applausi a scena aperta per il cammeo di Lou Ferrigno (il protagonista del serial tv) nella parte di un guardiano universitario.
Il finale, poi, lascia lo spettatore con il fiato sospeso: l’apparizione di Iron Man/Robert Downey Jr. apre nuovi scenari…
Un blockbuster di sicuro impatto, ricco di strizzatine d’occhio alla potenza fisica del personaggio (anche se quando si ritrova solo con Betty, il riferimento a King Kong è smaccato), ma che si lascia alle spalle la parte più intimista e malinconica di Hulk, che al contrario era trattata in quello di Ang Lee. Visto il misero risultato del primo, è probabile che l’Hulk di Edward Norton sbanchi i botteghini. Stan Lee ha persino dichiarato: “La tecnologia ha arricchito il mio Hulk, la creatura della Marvel che amo di più”.
[valentina venturi]