In Darkness
W ciemnosci

Anno 2012

Nazione Polonia

Genere drammatico

Durata 145'

Uscita 24/01/13

distribuzione
Good Films

Regia
Agnieszka Holland
Sceneggiatura
David F. Shamoon
Fotografia
Jolanta Dylewska
Montaggio
Michal Czarnecki
Scenografia
Erwin Prib
Costumi
Katarzyna Lewinska, Jagna Janicka
Musica
Antoni Komasa-Lazarkiewicz
Produzione
SCHMIDTZKATZE FILMKOLLEKTIV
Interpreti
Robert Wieckiewicz, Benno Fürmann, Agnieszka Grochowska, Maria Schrader, Herbert Knaup

 

Negli anni 20 Lwow, città della Polonia, contava la terza comunità ebraica del paese; al momento dell’ingresso dei sovietici nel ’44, solo trecento ebrei erano ancora vivi. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’ordine impartito nei loro confronti erano i lavori forzati e la loro uccisione. Il film ambientato nel 1943 diventa quindi una carneficina. Agnieszka Holland non ci risparmia dal dolore e ci presenta la realtà così come è stata. Senza aggiungere nient’altro rispetto a quanto già non sia stato fatto nella storia della cinematografia dedicata allo Shoah, la regista ci porta nel pieno del delirio dello sterminio ebraico nel campo di Janowska a Lwow, in quella che oggi è l’attuale Leopoli o Lviv bella città dell’ Ucraina, che vanta il proprio centro storico come patrimonio Unesco.

Come Oskar Schindler nel premiatissimo film di Steven Spielberg, il quale portò in salvo più di mille ebrei in Cracovia, anche la città di Lwow ha il suo uomo della salvezza. Difficile dire più tristemente, ma sicuramente, quasi sempre al margine tra la disonestà e l’umanità, l’impresa di Leopold Sacha cupa e sciagurata all’inizio, ci commuoverà profondamente.

Ispettore fognario, Leopold conosce come le sue tasche la fitta rete sotterranea della città, tra il letame avanzano muniti di una torcia, lui e il suo aiutante.
Abituato alle piccole truffe per arrotondare, una moglie e una figlia molto amate come attenuanti, Leopold sembra aver fatto il colpo migliore quando sorprende un piccolo gruppo di ebrei nascondersi sotto le fogne. In cambio di denaro l’ispettore gli fa strada e li mette al riparo. Agli ebrei affittuari del sottosuolo non resta che riporre quell’ ultima speranza negli occhi corrotti e a volte violenti di Leopold.
La telecamera della regista si sposta tra il sommerso e la superfice mostrandoci le crudeltà che accadono sul suolo di una città presa d’assedio e la vita che tace impaurita al di sotto di esso.
Come era facile che accadesse a quei tempi un ebreo valeva molti soldi, ma Leopold, ormai compromesso con la giustizia, decide di andare fino in fondo traghettando per mesi quel gruppo di persone, uomini donne e bambini ai quali la vita era negata. Comincia a nutrirli con gli stessi soldi che riceve in cambio del suo silenzio, per poi non chiederne più. La sua missione diviene presto solidale, Leopold è uno di loro.

La Vita è Bella e Train de Vie sottolineano la follia dello sterminio con degli espedienti ironici, come quello di far nascere da un campo di concentramento un gioco per un bambino, in cui tutti partecipavano per vincere un carro armato, oppure un falso treno di deportazione con falsi ebrei e falsi nazisti per beffare il carnefice. In Darkness si racconta ancora una volta la tragedia nelle sue vere vesti, mescolando un thriller di guerra con il dramma storico, in cui si intrecciano storie umane di amore e di amicizia. Ma è anche un film ad altra tensione che per tutta la sua durata, 145 minuti, ci terrà con il fiato sospeso. Un argomento inesauribile per il numero di vite che ne hanno preso parte per i modi diversi di poterlo raccontare, quando uccidere lo si faceva per eseguire degli ordini, per gioco o per stizza e cercare di sopravvivere lo si faceva per diritto. [silvia langiano]