In ascolto
The Listening
Regia

Giacomo Martelli

Sceneggiatura
Giacomo Martelli, Inigo Dominguez, Riccardo Brun
Fotografia

Eric Maddison

Montaggio
Alex Rodriguez,
Justine Wright
Musica
Christian Kusche-Tomasini
Interpreti
Michael Parks, Maya Sansa, Andrea Tidona, James Parks,
Bruce McGuire, Matt Patresi, Terrence Beesley, Vincent Riotta
Anno
2006
Durata
105'
Nazione
Italia
Genere
spy-thriller
Distribuzione
Medusa Film

Le premesse affinché un giovane regista italiano possa essere venduto e lanciato anche all’estero ci sono tutte. Location sparse per il mondo: da Roma, all’Inghilterra, passando per l’Isola d’Elba per arrivare infine su un rifugio a 3500 metri sul Monte Bianco. Una fotografia ricercata, con cambi di obiettivo e filtri a seconda della drammaticità del film: le violenze psicologiche e fisiche sono descritte in bianco e nero; i momenti in cui il “grande fratello telefonico” sta ascoltando la vita altrui sono in rosso; la speranza di salvezza è evidenziata dalla luce dell’Isola d’Elba e dalle purezza della neve. Anche la scelta del cast internazionale, è appetibile per il mercato straniero: Maya Sansa che, dopo il successo nella pellicola impegnata Buongiorno notte di Marco Bellocchio, ha voluto lanciarsi in un progetto più leggero; Michael Parks, interprete statunitense presente in Kill Bill I nel ruolo di Earl McGraw e nel seguito come Esteban Vihao; l’italianissimo Andrea Tidona e Anthony Ashe nei panni del venditore senza scrupoli James Parks. La sceneggiatura, poi, si svolge su vari livelli: dopo un inizio didascalico i piani narrativi si sdoppiano, si incrociano e si sovrappongono in un crescente stato di tensione.
Eppure, nonostante l’evidente impegno economico e organizzativo, il miracolo non si è compiuto. Tutto ha inizio da un avamposto tecnologico americano presente sul suolo inglese: la Wendell-Cranshaw Technologies, un’azienda privata statunitense abusa del sistema di intercettazione globale delle telecomunicazioni battezzato Echelon, sviluppato dalla National Security Agency (Nsa). Quando per caso un’inconsapevole ragazza romana si ritrova tra le mani i manuali, il sospetto di spionaggio industriale è immediato e il destino della giovane è segnato. Gli emissari della società la rapiscono, interrogano e poi tentano di lobotomizzare. È a questo punto che le cose sembrano non essere più molto verosimili: interviene un anziano dipendente di Echelon, Michael Parks alias James Wagley che, avendo un passato sentimentale da dimenticare (ai fini della storia cosa c’entra?) decide di impedire l’omicidio di un’innocente. Da questo momento il film prende il via, tra inseguimenti, ragionamenti contorti, fughe e utilizzo di tecnologie avanzate, ma l’attendibilità della vicenda si perde lungo il tragitto. Più va avanti l’intricata vicenda e maggiori sono le crepe, a cominciare da Maya Sansa, poco credibile nel ruolo di ignara che dopo una notte di violenze psicologiche, accetta l’aiuto di uno uomo mai visto prima. Giacomo Martelli ricorda con quanto impegno è stato girato il film: “Le sfide sono state tante ed a tratti io e i miei colleghi ci siamo domandati se non stavamo forse chiedendoci un po’ troppo, sottoponendoci (e per molti di noi era la prima volta) ad un percorso ad ostacoli fatto di quasi tutti i classici della difficoltà della ripresa: da -15°c a + 40°c, maltempo, furti, cast e troupe grandi e multilingue, incendi, navi, traghetti, elicotteri, gatto delle nevi, auto, aerei, neve, mare, sole, notti, riprese in cordata con le guide alpine a picchi di 3700 metri con il protagonista 65enne, scene stunt, monitor e computer, campo de’ fiori di notte a ferragosto, bambini, cani e la demolizione del nostro interno principale”. Dopo quattro anni di lavoro, la storia poteva essere trasposta in film in modo meno intricato, con minori lungaggini. La buona volontà e l’impegno sono comunque apprezzabili.
[valentina venturi]



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