Il football
e l’amore. In sintesi sono questi i principali ingredienti
della terza pellicola diretta e interpretata da George Clooney,
In amore niente regole.
Stati Uniti, 1925: Jimmy “Dodge” Connelly (Clooney)
è il capitano di una squadra di football prossima alla
bancarotta. Deve assolutamente trovare un modo per continuare
a giocare, evitando così ai suoi compagni di squadra
di andare a lavorare in miniera o tra i campi. Uomo dalle
mille sorprese, escogita un piano: convince l’agente
CC Frazier (Jonathan Pryce) a reclutare la giovane promessa
Carter Rutherford (John Krasinski, famoso per far parte del
cast di The Office) nella sua
squadra scalcinata.
Il ragazzo, oltre ad essere un campione di football durante
il college, è un eroe della Prima guerra mondiale.
Si racconta che da solo sia riuscito a fermare un esercito
tedesco. Il suo passato militare, però sembra nascondere
delle ombre: l’avvenente giornalista sportiva Lexie
Littleton (Renée Zellweger) viene inviata sul posto,
per scavare nel passato del ragazzo e scoprire la verità.
Da questo momento in poi si forma un triangolo, amoroso e
sportivo: la giornalista che scava nel passato e nel cuore
del giovane atleta, il quale si lascia irretire dalle “gambe”
della scaltra reporter.
Tra i due Dodge si insinua mentre studia la situazione: da
un lato deve trasformare i suoi dilettanti in giocatori professionisti,
dall’altro sente crescere dentro di sé il desiderio
di conquistare la donna dei suoi sogni. Tra battute pungenti
e scazzottate tra militari, Lexie riesce a scoprire la verità
sul giovane mito. Incerta se rivelare o meno la messinscena,
incontra Dodge in un bar clandestino e tra i due scoppia l’attesa
scintilla. Le loro labbra al ritorno in albergo non potranno
mentire… Ben presto tutto cambierà: la verità
viene a galla, il football diventa uno sport ufficiale, con
regolamenti da seguire alla lettera. Un cambiamento difficile
da digerire per il veterano Dodge: al momento di disputare
la partita della vita, non rinuncerà a proporre un
nuovo trucchetto – lo schema chiamato Sergente York
- per portare a casa il risultato, e insieme chiudere definitivamente
la carriera, perché “queste maledette regole
rovineranno il gioco”. Happy End irrinunciabile.
Pellicola leggera, diretta con mano sicura da un ormai esperto
Clooney, che dopo due film seri (nel 2002 realizza Confessioni
di una mente pericolosa e nel 2005 Good
Night, and Good Luck), dirotta verso la commedia. Alcune
espressioni, tic facciali dell’ex Dottor Ross, fanno
purtroppo pensare al personaggio di Fratello,
dove sei? diretto da Joel Coen del 2000. Renée
Zellweger d’altro canto, è rigida e poco espressiva,
ma forse era proprio quello che le veniva richiesto. Nel complesso
un film carino, debitore – su ammissione dello stesso
regista – dello stile e della classe delle pellicole
americane del passato, da George Cukor a Lewis Milestone.
[valentina venturi]