L'illusionista
L'Illusionniste
Regia
Sylvain Chomet
Sceneggiatura
Jacques Tatì, Sylvain Chomet
Fotografia
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Montaggio
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Scenografia
Bjarne Hansen
Costumi
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Musica
Sylvain Chomet
Voci originali
Jean-Claude Donda, Edith Rankin, Jil Aigrot, Didier Gustin, Frédéric Lebon
Produzione
Django Films Illusionist, Ciné B, France 3 Cinéma
Anno
2010
Nazione
Francia, UK
Genere
animazione
Durata
90'
Distribuzione
Sacher Distribuzione
Uscita
29-10-2010
Giudizio
Media

Un piccolo, silenzioso, aggraziato gioiello proveniente dal cinema d'animazione francese in 2D. Seconda metà degli anni Cinquanta: un illusionista di quelli vecchio stampo, con il coniglio che esce dal cilindro, affettato e a modo che gira dalla Francia, all'Inghilterra fino alla Scozia, sotto scritture. Il suo pubblico, però, diminuisce giorno dopo giorno. Cambiano i gusti e alle magie si passa alle urla delle appassionate di musica rock’n'roll.
All'illusionista, che nel frattempo vive da qualche tempo ad Edimburgo (nella sceneggiatura di Tati era Praga), non resta altro che cercarsi un altro impiego. In albergo, infatti, dove soggiorna, vive con lui anche Alice, ragazza conosciuta in un pub sulla costa occidentale della Scozia. Tra i due si instaura immediatamente un rapporto filiale, ma per l'illusionista è questione di principio quella di non far sapere alla ragazza che le scarpe che gli compra, come il cappotto o il vestito, sono acquistati con soldi guadagnati con lavori extra. Il tempo passa, la ragazzina diventa adulta e conosce un giovane. Il rapporto tra l'illusionista e la bambina ormai donna finisce, malinconicamente.
Al Centre National de la Cinématographie di Parigi giaceva da mezzo secolo una sceneggiatura mai divenuta film classificata come “Film Tati nº 4”. La figlia di Jacques Tati, Sophie Tatischeff, non voleva che restasse in un archivio, tanto meno però voleva che finisse nella mani sbagliate. La sceneggiatura è finita nelle mani giuste, quelle di Sylvain Chomet, regista di “Appuntamento a Belleville" (Premio Oscar nel 2004)): dopo sette anni, solo lui poteva pensare di affrontare l'impresa di far rivivere Tati senza Tati. Lo fa con grande rispetto e, al contempo, con il piacere della rivisitazione. “Purtroppo Sophie morì appena 4 mesi dopo il nostro primo contatto” ricorda il regista. Ma i parenti che le sono subentrati nella gestione della fondazione sono stati d'accordo con la sua decisione di darmi fiducia e consegnarmi il tesoro di famiglia”. Chomet legge per la prima volta la sceneggiatura de L'illusionista nel 2003, mentre si trova sul treno che lo conduce al Festival di Cannes per la prima mondiale di “Appuntamento a Belleville". E ora è nelle sale. [valentina venturi]