Basato
sul romanzo di Somerset Maugham, Il
velo dipinto narra di un viaggio inziatico di espiazione
di una colpa - il tradimento della moglie di un medico di
laboratorio per un giovane ed affermato diplomatico - verso
una redenzione che passerà attraverso un lento processo
di dolore e sofferenza.
Detto così sembrerebbe un romanzo d'appendice d'altri
tempi ed in parte lo è. Ma la storia di amore e passione,
dolore e tormento, viene resa sostenibile da un cast di tutto
rispetto - Naomi Watts, Edward Norton, Liev Schreiber, Toby
Jones -
capace di sopperire ad una certa prevedibilità di svolgimento
narrativo, con una regia invisibile e funzionale alla vicenda
di John Currain, capace di alleviare i toni melodrammatici
della vicenda a favore di una leggerezza espositiva che permette
al film di scorrere lieve lieve per tutti i suoi 125 minuti
di durata.
L'ambientazione nella Cina rurale, con i suoi conflitti tribali
manifesti e quelli verso un'occupazione inglese striscianti,
dona alla composizione quel tocco si esotismo per
cui Il velo dipinto si erge al
di sopra di molte opere della medesima fattispecie, acusate
di un eccesso di calligrafismo. [fabio
melandri]
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