Tra
il 1959 e il 1960 Joris Ivens, documentarista di rilevanza
internazionale, realizzò su commissione di Enrico Mattei,
Presidente dell’Eni, un film intitolato L’Italia
non è un paese povero. Un viaggio dal nord industriale
al sud contadino attraverso un’Italia che si stava risollevando
dalle macerie del secondo conflitto mondiale. Oggi quelle
immagini in bianco e nero rappresentano la mappa di un nuovo
viaggio che il regista Daniele Vicari (Velocità Massima,
L’orizzonte degli eventi) ha intrapreso a ritroso per
scoprire l’evoluzione di quel paese, verificando il
grado di maturazione di quei semi piantati quarant’anni
prima. “L’Italia è sempre stato un paese
difficile da decifrare. E’ il paese dei grandi conflitti
politici, sociali e culturali, delle grandi guerre, del miracolo
economico, delle catastrofi ambientali e di molte altre cose
scritte sui libri, visti in televisione e raccontate nei film.
L’opera di Ivens conteneva un elemento fondamentale:
il lavoro individuale e sociale. Il lavoro è uno di
quei temi davvero universali, insieme all’amore, all’amicizia
ed a pochissime altre cose. Gli esseri umani con il lavoro
mutano il mondo che li circonda e mutano la propria natura,
incidono nella storia, determinano il loro stile di vita”
racconta il regista. E proprio al centro della lente della
sua macchina da presa troviamo le diverse arti e lavori che
si susseguono rappresentando un mosaico chiaroscurale della
situazione lavorativa ma anche economica e di conseguenza
sociale di questa Italia targata 2006. dall’industria
edile di Gela, arriviamo alla fabbrica automobilistica della
Fiat di Melfi; dallo sfruttamento industriale del metano della
Basilicata con la sua produzione di olio esportata in tutto
il mondo, arriviamo al reparto ricerca fonti ed energia alternative
dell’ENEA alle porte di Roma per entrare nel cuore dell’industria
tessile pratese sino a giungere al polo chimico di Porto Marghera.
Un viaggio in Italia che si conclude in Germania a bordo di
un pullman pieno di immigrati che dalla Sicilia sono saliti
nel profondo nord europeo in cerca di quella dignità
che il Paese attuale non è ancora in grado di dar loro.
Evento Speciale della Sezione Orizzonti alla 63 Mostra d’Arte
Cinematografica di Venezia.
[fabio melandri]