Un vecchio
albergo diroccato, che potrebbe far pensare, per pochi secondi
e nulla più, all' Overlook Hotel di Shining,
è il teatro dell'ennesima carneficina che un genere
horror affaticato e privo di idee ci propina in questi mesi
di calura estiva. Scarto di magazzino od operazione "omaggio"
a 1000 ed 1 horror, la differenza è minima. Inizia
come almeno altre decine di recenti pellicole "de paura"
passati di recente sui nostri schermi. Immagini in bianco
e nero, con movimenti accellerati dell'inquadratura distorta
ed inclinata ed
un montaggio per "attrazioni" sonore. Flash forward
(salto in avanti nel tempo, ovvero ai nostri giorni). Otto
detenuti (quattro donne e quattro uomini) in cerca di indulto,
si offrono per uno speciale programma di riabilitazione. Restaurare
un antico albergo da offire ai senzatetto della città.
Nobile intento, mediocre compimento. Un edificio pieno di
corridoi segreti, specchi a doppia rifrazione, e cuniculi
che portano chissà dove. Un labirinto sgarruppato per
le nostre cavie da laboratorio che si troveranno ad affrontare
un feroce e sanguinario caciatore/predatore dall'infanzia
traumatizzata. Il suo tratto riconoscibile: strappare gli
occhi alle sue vittime prime di farle a pezzi a colpi di mannaia.
Siamo allo stato zero della scrittura cinematografica; una
drammaturgia assente, recitazione non pervenuta, caratteri
di maniera e colpi di scena telefonatissimi sono gli ingredienti
di questa pellicola per palati abituati alla peggiore cucina
fast-food. Gli otto protagonisti sono carne da macello pronta
per essere mattata, come puntualmente accade. Il divertimento
da parte di chi guarda risiede nell'indovinare la sequenza
delle morti (troppo facile!!!), le modalità attraverso
le quali i corpi verranno colpiti, mutilati, decostruiti (decapitati,
sbranati da cani famelici, soffocati da cellulari di ultima
generazione e via discorrendo), le motivazioni che spingono
questo gigante di due metri per oltre 150 kg di demenza, a
giustifcare (?) le sue azioni. Naturalmente, come Wes Craven
ci ha insegnato in Scream 2,
dietro ogni maniaco omicida, c'è una mamma con qualche
problemino di troppo. Per il resto nulla di nuovo sotto il
sole, o meglio all'ombra di questa estate priva di veri brividi
cinematografici. Ma tra le tante pecche del film, una cosa
non possiamo perdonare al regista con frequentazioni nel soft
porno Gregory Dark: non darci neanche la sodddisfazione in
85 minuti, di ammirare almeno uno dei generosi seni delle
protagoniste. E non venite a dirmi che le hanno scelte per
le loro capacità interpretative... Sigh!
[fabio melandri]