"L'idea
è nata dalla scena di C'era una volta in America di
Sergio Leone, in cui i bambini venivano scambiati nella culla."
Così Salvo Ficarra spiega la genealogia dell'idea intorno
alla quale è costruita leggera leggera la tracia narativa
di questo seconda fatica cinematografica di Ficarra e Picone.
Una trama costruita sulla comicità surreale e leggera
del duo palermitano, che ancora soffre di una certa natura
televisiva, sopratutto nella recitazione acerba e machiettista
dei due.
La storia è presto detta. Tommaso (Ficarra) è
un mascalzone che vive di espedienti. Daniele (Picone) uno
studente di Giurisprudenza con un padre Colonnello dell'Arma
ed una fidanzata sin troppo politicamente corretta assistente
universitaria.
I due per mezzo film fanno la corsa, letteralmente, ad odiarsi
mantenedo i ruoli all'interno della coppia comica che tanta
fortuna ha portato loro nel piccolo schermo: Ficarra il cinico,
Picone il buono o l'utile idiota, fate vobis.
Per la seconda metà del film invece, i due fanno la
corsa a volersi bene, a coprirsi vicendevolmente a litigarsi
padri-madri-sorelle reali o putative dando origine ad un paio
di dialoghi brillanti giocati sul doppio/triplo senso ma di
corto, cortissimo respiro.
La regia colletiva a 6 mani - Ficarra, Picone ed il loro compagno
di una vita artistica Giambattista Avellino - cerca di dare
respiro ampio e cinematografico ad un impianto basico nella
sua semplicità di costruzione ed esposizione, avvalendosi
di alcune partecipzioni speciali come quelle di un imbolsito
Tony Sperandeo, Remo Girone ed Arnoldo Foà. Tra il
4 ed il 5... [fabio
melandri]
| sito
|