Dopo anni
passati a rintracciare colpevoli di crimini sessuali, l’agente
Babbage (Richard Gere) è troppo coinvolto emotivamente
e quindi deve affrontare anche i propri demoni mentre cerca
una ragazza scomparsa, sicuro che sia stata rapita da uno
dei criminali in libertà vigilata del FLOCK. La giovane
agente Lowry (Claire Danes), che fa coppia con lui, deve imparare
a conoscere questo lavoro e aiutare il suo mentore a restare
dalla parte della legge e…. ragionevole.
Sulla scia di psyco-thriller come Il
silenzio degli innocenti e Seven,
Identikit di un delitto è
il primo film in inglese del famoso regista di Hong Kong Andrew
Lau (Infernal Affairs) e racconta
la storia di Errol Babbage, un funzionario di polizia stressato
emotivamente che, dopo 18 anni passati a monitorare predatori
sessuali in libertà vigilata, viene costretto a un
pensionamento anticipato. Con i suoi metodi non ortodossi,
Babbage ha sicuramente creato problemi ai suoi superiori e
nelle ultime settimane di lavoro è incaricato di addestrare
la giovane agente che lo sostituirà. Quando scompare
un’adolescente, Babbage si convince che il responsabile
del rapimento sia uno dei criminali di cui si occupa, ma nessuno
gli crede. Insegnando il mestiere alla giovane recluta, Babbage
oltrepassa i confini della normale procedura e la fa scontrare
direttamente con il sordido mondo dei depravati del FLOCK.
La ragazza, e il pubblico con lei, non sono sicuri se Babbage
sia l’unico agente veramente impegnato a salvare la
vittima o un uomo che si è addentrato troppo nell’abisso
dopo esserne rimasto ai margini per anni.
Per anni Babbage si è occupato infatti di tenere sotto
controllo i predatori sessuali in libertà vigilata,
chiamati in gergo ‘FLOCK’ dal Dipartimento, persone
violente, instabili e imprevedibili, per evitare che possano
ancora molestare o assassinare bambini e adolescenti.
Poiché Babbage per legge non può impedire loro
di mescolarsi alla gente nei luoghi pubblici, minaccia e provoca
di frequente quelli del FLOCK che gli sono assegnati, usando
anche la violenza fisica se necessario. Il suo messaggio non
scritto è che li tiene costantemente sotto controllo.
Alcune delle sue tecniche forse sono illegali, ma è
l’unico modo per proteggere la società da questo
gruppo di assassini.
Dopo aver lavorato per tanti anni in questo ambiente, Errol
è profondamente provato dall’implacabile orrore
cui assiste. Vuole uscirne, ha bisogno di lasciare, ma non
è sicuro di poterlo fare. Chi terrà d’occhio
quei mostri? Ma la scelta non sta a lui, perché il
suo capo, Bobby Stiles (Ray Wise) decide di mandarlo in pensione
anticipata. Babbage cerca disperatamente di mantenere quello
che è rimasto della sua stabilità mentale, e
fare in modo che la perdita del lavoro che da un qualche significato
alla sua vita non lo spinga oltre i limiti.
Il tema centrale del film è il suo sforzo per preparare
la sua sostituta (da lui scelta segretamente) ad assumersi
il ruolo di proteggere la società. Prima di lasciare
il dipartimento, deve istruire l’inesperta e ingenua
Allison Lowry senza sovraccaricarla di tensioni o deprimerla.
E deve farlo rapidamente, così potrà andare
in pensione in pace. Il FLOCK deve essere monitorato intensamente.
Vuole essere sicuro di aver insegnato alla ragazza che deve
sempre stare un passo avanti a ogni predatore sessuale…
sapere dove si aggirano in cerca di vittime, perché
uccidono, e quando sono a caccia di prede.
Il ritmo del film diventa più accelerato quando Errol
e Allison credono che uno del FLOCK abbia rapito una adolescente
dell’alta società, Harriet Wells, secondo Errol
con l’intento di stuprarla e ucciderla. E’ una
corsa contro il tempo, Errol controlla i criminali sapendo
che uno di loro ha Harriet, ma chi? Le ore passano e i due
agenti controllano tutti in nomi della loro lista. La scoperta
dell’assenza di uno di loro potrebbe salvare la vita
di Harriet Wells. Errol e Allison devono scoprire dov’è
la ragazza prima che sia troppo tardi.
Il film solleva una serie di interrogativi su problemi complessi
e inquietanti, tutti legati alla violenza dell’uomo,
la creatura più feroce del pianeta. Tutti gli altri
esseri uccidono per il cibo o per il territorio, noi perché
uccidiamo?
La guerra è sicuramente l’orgia di morte più
efficiente, in genere mascherata da nazionalismo e/o supremazia
religiosa. La scienza e la storia hanno mostrato che il nostro
comportamento crudele e violento è determinato biologicamente,
milioni di anni fa garantiva la sopravvivenza delle tribù.
Ma ora a cosa serve…? E’ come un’appendice,
ormai inutile, che permane ancora.