I guardiani del giorno
Dnevnoi dozor
Regia
Timur Bekmambetov
Sceneggiatura
Sergei Lukyanenko, Timur Bekmambetov, Alexander Talal
Fotografia
Sergei Trofimov
Montaggio
Dmitri Kiselev
Scenografia
Valery Victorov, Mukhtar Mirzakeyev, Nicola Ryabtsev
Costumi
Varia Avdiushko
Musica
Yuri Poteyenko
Interpreti
Maria Poroshina, Vladimir Menshow, Galina Tyunina,
Victor Verzhibitskiy, Zhanna Frisse, Konstantin Khabensky
Produzione
Channel One Russia, Tabbak Films Bazelevs
Anno
2007
Nazione
Russia
Genere
fantasy
Durata
140'
Distribuzione
Fox Searchlight Pictures
Uscita
09-11-2007
Giudizio
Media

In Russia la saga creata da Sergei Lukyanenko ha avuto un successo enorme superando le due milione di copie vendute, paragonabile al nostro Signore degli Anelli, ed è per questo che inevitabilmente i produttori ne hanno voluto realizzare un adattamento, nonostante i rischi che un'operazione del genere poteva comportare. La lotta tra il bene e il male stavolta si ambienta nel gelido inverno di una Mosca perennemente imbiancata dalla neve che scende fitta e complica gli inseguimenti e i combattimenti. L'idea innovativa è aver calato il genere fantasy popolato di maghi, streghe e vampiri nelle strade urbane e nella vita quotidiana di una metropoli appena uscita da un regime totalitario durato quasi un secolo.
Un fantasy postmoderno e arcaico contemporaneamente. Un fantasy dove i maghi indossano maglioni da mercatino dell'usato, hanno l'aria perennemente sbattuta, vivono in casermoni di periferia e sono alla ricerca di un modo per guidare il proprio destino e quello dell'umanità. Le vampiresse e le streghe alternano vestiti in latex e costumi da rave party e dimostrano di aver raggiunto la parità sessuale guidando i loro bolidi sulle pareti di un grattacielo (in una delle scene più kitsch e inutilmente d'azione che la storia del cinema ricordi).
Tra i guardiani del giorno e quelli della notte è in corso una tregua che dura da almeno mille anni. Nel momento in cui un rappresentante dei due schieramenti dovesse morire per mano di un suo nemico, allora si scatenerebbe la guerra totale e l'apocalisse. Il figlio del più importante guardiano del giorno si sente tradito dal padre e fin dal primo episodio si allea con quelli della notte. Il padre non sa come fare per riconquistare la fiducia del figlio e nel frattempo addestra una giovane allieva bionda e dal talento innato a diventare la migliore arma di difesa del suo esercito. Il ragazzino è geloso e cerca di strappare il padre dall'amore di questa donna ma lo fa mettendo in pericolo il mondo intero. Ci scappa il morto e parte un'inchiesta per scoprire il colpevole e scongiurare l'apocalisse. Un'inchiesta che assume presto i contorni di un'indagine della polizia sovietica, tra sospetti e paranoie, dove non ci si può fidare nemmeno dei propri amici perché potrebbero tradirti e consegnarti al migliore offerente. Prossimo è il compleanno del ragazzino, di colui che deve ereditare l'impero del male e che per nascita apparterrebbe alla sfera della luce, del bene. E la festa dove avverrà la battaglia finale, avrà luogo alla Torre Ostankino, il simbolo immobiliare della nuova Mosca dai significati vagamente esoterici, grazie alla sua forma convessa altamente simbolica e che ricorda un po' alla lontana il palazzo della regione Lazio dove aveva l'ufficio l'ingegnere Fantozzi. Il santo Graal che potrebbe salvare il mondo dalla catastrofe imminente è un semplice gesso conservato nella tomba di Tamerlano a Samarcanda. Il gesso del fato mette in grado a chi lo impugna di riscrivere il proprio destino e di tornare indietro nel tempo. Ma fino a che punto lo si può governare e mutarlo?
I guardiani del giorno girato da un professionista dei videoclip come Bekmambetov, allievo di Roger Corman, mutuando dalla pubblicità lo stile e i codici espressivi, i movimenti della macchina da presa e il montaggio spericolato è uno spreco di risorse e di inventive al servizio di una trama antiquata e priva di stimoli. La metafora dopo i primi dieci minuti è immediata. A fronteggiarsi nelle bianche strade di Mosca a colpi di metamorfosi e poteri sovrannaturali quindi viene da pensare che non sono semplici stregoni, ma ex comunisti, nostalgici della Russia prima del crollo e post comunisti, i nuovi oligarchi che cercano di assimilarsi al modello occidentale arricchendosi sempre di più e senza limiti. Il risultato è un pastrocchio kitsch e melodrammatico e involontariamente demenziale, dove si ride non per le battute ma per il trash martellante e ossessivo.
Non sembra nemmeno troppo giustificato l'uso del genere fantasy, salvo per risolvere alcuni nodi di sceneggiatura grazie ai provvidenziali deus ex machina che cavino d'impiccio i protagonisti. Le incursioni poi nel genere fantascientifico sono tremendamente fastidiose e ridicole. Le sequenze ad alta tensione si fanno tutte ormai riprendendo il modello Matrix. Viene sparato il proiettile, si blocca l'immagine, zoom sull'espressione attonita del protagonista e pericolo sventato. E' la cosa peggiore che possa capitare a un'intuizione visiva, essere inflazionata e diventare la parodia di se stessa. Ma siamo solo a metà della saga e ci attende il terzo e ultimo capitolo della saga, I guardiani del crepuscolo. [matteo cafiero]