Humpday - Un mercoledì da sballo
Humpday
Regia
Lynn Shelton
Sceneggiatura
Lynn Shelton
Fotografia
Benjamin Kasulke
Montaggio
Nat Sanders
Scenografia
Jasminka Vukcevic
Costumi
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Musica
Vinny Smith
Interpreti
Mark Duplass, Joshua Leonard, Alycia Delmore, Lynn Shelton, Trina Willard
Produzione
Lynn Shelton
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
commedia
Durata
95'
Distribuzione
Archibald Enterprise Film
Uscita
04-06-2010
Giudizio
Media

Quanto spesso abbiamo sentito dire “Le edizioni italiane dei film fanno schifo”; frase inflazionata e gratuitamente polemica. È evidente che il doppiaggio di un film toglie qualcosa all'edizione originale, perchè anche se portasse un miglioramento contravverrebbe allo spirito iniziale con cui il film era stato ideato.
La qualità di un doppiaggio, dunque, va misurata di volta in volta rispetto alla fedeltà dell'opera cui è subordinata. Una buona edizione è quella che non lascia traccia di se stessa, un buon doppiaggio è trasparente, mai sopra le righe. Se questo accade, se il doppiaggio “si da a vedere”, ci si trova di fronte a un conflitto fra due entità artistiche all'interno della stessa opera, e un conflitto del genere, solitamente, produce un'opera finale con una resa estetica inferiore alle sue possibilità reali.
Queste premessa è necessaria per parlare del film preso in esame, e della sua edizione italiana, Humpday – Un mercoledì da sballo.
Due grandi amici divisi da scelte di vita diametralmente opposte, il primo ha messo famiglia, il secondo è un artista vagabondo, si ritrovano dopo anni, partecipano a un “party dionisiaco” e decidono di partecipare a un concorso per porno amatoriali con qualcosa di mai visto prima: sesso fra due uomini eterosessuali. Loro due saranno i protagonisti, ovviamente. Ma che ne pensa la moglie del primo?
La commedia è piacevole, originale e ben realizzata. Pare faccia parte di una nuova corrente di cinema indipendente americano, il Mumble, di cui è forse il primo titolo a vedere la luce nelle sale italiane. La tecnica di ripresa e la direzione degli attori richiamano quelle del danese Dogma 95, con frequente ricorso all'improvvisazione e alla mano libera dell'attore nelle diverse scene, tanto che, do presumo senza aver visto l'originale che tutto l'audio fosse in presa diretta.
Un film del genere, girato con lo stile appena citato, è naturalmente allergico a qualunque tentativo di doppiaggio, la sua sorte ideale sarebbe la sottotitolatura. All'estremo opposto l'edizione italiana di questa commedia è stata data in pasto alle voci di Lillo e Greg, comici popolari e di talento.
Troppo popolari, troppo di talento. Le loro voci diventano protagoniste e rubano la scena alla storia originale. Lo spirito “casareccio” che muoveva Humpday in originale è falsato da un doppiaggio “griffato” e lo spirito dell'opera viene meno.
Un film che come dicevo all'inizio e forse più di altre pellicole aveva bisogno di una edizione sotto le righe si ritrova invischiato in qualcosa che è la lotta tra uno spettacolo di Lillo e Greg, e un film Mumble. Non si sta contestando che i due comici non siano bravi, si sta dicendo che lo sono troppo.
Superato questo scoglio, ci si ritrova di fronte a un film piacevole e originale, con una gran voglia di rivederlo in originale, di andare a vedere un concerto de Il latte e i suoi derivati e di ottenere gli accrediti stampa per l'Hump Film Festival, naturalmente. [davide luppi]