Hostel
id.
Regia
Eli Roth
Sceneggiatura
Eli Roth
Fotografia
Milan Chadima
Montaggio
George Folsey Jr.
Musica
Nathan Barr
Interpreti
Jay Hernandez, Derek Richardson, Eythor Gudjonsson, Barbara Nedelijakova, Jana Kaderabkova, Jan Vlasak, Rick Hoffman
Anno
2005
Durata
90'
Nazione
USA
Genere
horror
Distribuzione
Sony Pictures Releasing
Tre ragazzi, due americani ed un europeo (finlandese) durante un inter-rail del sesso attraverso la vecchia Europa, di stanza ad Amsterdam (con tutti i suoi luoghi comuni anessi) ed in procinto di recarsi a Barcellona (con tutti i suoi luoghi comuni connessi), vengono convinti a fare rotta verso un piccolo paese slovacco, nei pressi di Bratislava, dove li attende un ostello della gioventù in cui le più ardite fantasie sessuali adolescenziali divengono realtà. E così infatti sarà, in tutti i sensi.
Al loro arrivo i tre giovani vengono sedotti da procaci ed assai disponibili ragazze dall’aspetto vagamente vampiresco. Ma la mattina dopo misteriosi accadimenti iniziano a verificarsi, ed uno dopo l’altro i nostri “eroi” iniziano a scomparire senza lasciare tracce.
Hostel per almeno una quarantina di minuti viaggia sul filo della commedia demenziale americana (Road Trip, American Pie, Maial College) o pecoreccia all’italiana che si voglia. Ma all’incirca nel mezzo del cammino della sua durata, il film vira decisamente verso il genere horror, del filone più facile e sempliciotto, che punta sull’estremizzazione della visione, del riempimento dell’inquadratura con sangue, mutilazioni e corpi smembrati a discapito di una seppur minima traccia di suspense ed originalità, tematica o estetica che sia. Prodotto da Quentin Tarantino, ma saremmo curiosi di sapere quanto peso abbia realmente avuto nella realizzazione della pellicola e quanto il suo nome venga altresì utilizzato a mo’ di specchietto per le allodole, Hostel è diretto da quel Eli Roth autore un paio di anni fa di un horror di alcuna pretesa che ebbe invece un inaspettato successo al botteghino, Cabin Fever.
Hostel nonostante un ambientazione che ricorda i vecchi film di Dracula della Hammer e veri e propri inserti da classici del genere horror/fantascienza, la banda di ragazzini che imperversa nella cittadina ricorda sin troppo da vicino i ragazzini terribili de Il villaggio dei dannati, si segnala per una serie di dialoghi dementi, di personaggi odiosi ed uno sviluppo narrativo prevedibile e scontato capace di anestetizzare ogni emozione e brivido.
Un livello di attenzione che segna calma piatta anche nella parte conclusiva della storia ambientata in una ex-fabbrica trasformata in mattatoio/sala giochi da una serie di ricchi ed annoiati macellai, in cui l’effetto gore dovrebbe raggiungere il suo culmine e dove la comunicazione del film sfidava addirittura lo spettatore a resistere sino alla sua conclusione. Fallimento su tutta la linea. Gli unici brividi per il pubblico vengono dal pensiero del prezzo del biglietto pagato. Sigh. [fabio melandri]