The Horsemen
id.
Regia
Jonas Åkerlund
Sceneggiatura
David Callaham
Fotografia
Eric Broms
Montaggio
Jim May
Scenografia
Sandy Cochrane
Costumi
B.
Musica
Jan A. P. Kaczmarek
Interpreti
Dennis Quaid, Ziyi Zhang, Lou Taylor Pucci, Clifton Collins Jr., Patrick Fugit,
Eric Balfour, Peter Stormare, Chelcie Ross, Liam James, Onalee Ames
Produzione
Mandate Pictures, Platinum Dunes, Radar Pictures
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
110'
Distribuzione
Moviemax
Uscita
06-02-2009
Giudizio
Media

Aidan Breslin (D. Quaid, con il volto adatto al poliziotto logorato e indurito dagli eventi) è un detective con una vita familiare giunta al capolinea: morta la moglie in seguito ad un tumore, non riesce a seguire la crescita e i bisogni dei due figli. Ad aggravare i loro rapporti c’è il lavoro. Un assassino seriale uccide a ripetizione vittime che non sembrano collegate tra loro, tranne per un indizio: riferimenti al testo finale del Nuovo Testamento, l'Apocalisse, con i suoi quattro cavalieri (Guerra, Fame, Peste e Morte).
Sono loro, e non solamente un singolo, gli artefici delle crudeli e inumane morti. Seguendo le labili tracce che legge nel modus operandi del killer, Breslin si addentra in una serie di ipotesi, ma perde giorno dopo giorno il rapporto con chi gli sta accanto. Entra inaspettatamente in contatto con l'unica vittima (una Ziyi Zhang nella parte della cattiva, un po’ troppo intenta a dare credibilità al suo ruolo più che a crederci), che è riuscita a salvarsi dall'aggressione del killer. Con sorpresa e panico, scopre che gli indizi portano verso un insospettabile…
Il regista svedese Åkerlund, specializzato in videoclip, realizza il suo primo lungometraggio e non sbaglia. The Horsemen è un horror che riesce a mantenere alta la tensione per gran parte della storia. Le riprese sono realizzare con la giusta tecnica, la fotografia è adeguatamente scura e cupa e gli interpreti fanno il loro dovere con credibilità.
Il vero intralcio è nella sceneggiatura: il motivo su cui ruota l’intera vicenda è risibile. Quando finalmente il giovane, sospeso all’interno del teatro, svela le sue motivazioni (per saperle è giusto vedere la pellicola), la tensione lascia spazio ad un moto di riso incolpevole. Il riferimento a Seven è a dir poco azzardato, per non dire avventato. [valentina venturi]