Hipnos
id.
Regia
David Carreras
Sceneggiatura
J.M. Ruiz Cordoba,
David Carreras
Fotografia
Xavi Gimenez
Montaggio
Frank Gutierrez
Musica
Oscar Maceda
Interpreti
Cristina Brondo, Demian Bichir, Feodor Atkine, Carlos Lasarte,
Julian Villagran, Marisol Membrillo, Natalia Sanchez
Anno
2005
Durata
93'
Nazione
Spagna
Genere
horror
Distribuzione
DNC
Beatriz Vargas, una giovane psichiatra, accetta un impiego presso una prestigiosa casa di cura specializzata in ipnosi. Li viene a conoscenza del misterioso caso di una bambina ricoverata dopo aver assistito al brutale omicidio della madre. Da allora è caduta in un profondo silenzio che la porta alla morte per suicidio. Ma è solo l’inizio di un terribile incubo che porterà Beatriz a conoscere il suo Io più profondo.
Da qualche anno a questa parte, il cinema si diverte ad indagare e dare forma fisica ai processi conoscitivi ed
emozionali della mente umana. Può prendere la forma di commedia grottesca entrando nella mente di John Malkovic in Essere John Malkovich di Spike Jonze, di commedia sentimentale in Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry o addirittura di horror in Identità di James Mangold in cui la personalità dissociata di un pericoloso serial killer prende le forme di un gruppo di disperati riuniti in un motel sotto un diluvio torrenziale.
Hipnos rientra all’interno di questa categoria ma con risultati tutt’altro che soddisfacenti.
Pretenzioso nella sua iconografia high-tech, arrogante nell’uso terroristico della musica e degli effetti sonori, pasticcione e disarticolato nella costruzione della storia. Disseminato di personaggi eccentrici e bizzarri il film sbrodola velocemente nel campo del già visto, cadenzato da un andamento lento che invece di esaltare l’intenzione claustrofobia del regista, finisce per indispettire ulteriormente lo spettatore. L’elegante fotografia giocata sui toni fortemente chiaroscurali non salvano un film che, al di là di una eleganza formale di maniera, delude quegli spettatori in cerca di forti emozioni. [fabio melandri]