Grizzly Man
id.
Regia
Werner Herzog
Sceneggiatura
Werner Herzogl
Fotografia
Peter Zeitlinger
Montaggio
Joe Bini
Scenografia
Costumi
Musica
Richard Thompson
Produzione
Lions Gate Films
Interpreti
Werner Herzog, Timothy Treadwell, Sam Egli, Franc G. Fallico, Willy Fulton, Kathleen Parker, Warren Queeney, Carol Dexter, Val Dexter
Anno
2006
Genere
documentario
Nazione
USA
Durata
103'
Distribuzione
Fandango
Uscita
24-11-06

L’uomo che amava gli orsi, più della sua stessa specie, più di se stesso. Ex-alcolista, attivista-naturalista convinto ed ortodosso, Timothy Treadwell dopo aver passato 13 estati in zone remote dell’Alaska, vivendo a contatto diretto con i grizzly, fu da uno di questi aggredito, dilaniato e sbranato, il tutto in presa diretta con la sua videocamera a cui però non fece in tempo a liberare l’obiettivo dalla sua protezione. Ci rimane così il solo audio con le grida di dolore dell’uomo, i suoi inviti incessanti e sempre più drammatici e disperati alla fidanzata - perita anche lei - di fuggire, i grugniti dell’orso, i rumori della carni che si lacerano sotto i denti aguzzi dell’animale. Sequenza resa dal racconto in prima persone del regista tedesco Werner Herzog, che ancora una volta racconta la storia di uomini al loro modo “straordinari” a contatto con una natura altrettanto “straordinaria”. Un racconto in prima persona di Timothy Treadwell, “dead man walking” che si/ci racconta sguardo in macchina con i filmati da lui girati nei giorni precedenti la sua morte. Un countdown drammatico ed irreversibile che aggiunge un senso di ineluttabilità ed impotenza nel racconto della vita di un uomo diviso tra grandi amori ed altrettante incomprensioni dei genitori, delle sue ex-fidanzate ed anche dei suoi tanto amati orsi che così strenuamente e con un pizzico di incoscienza continuava a studiare, sfidare nel loro habitat naturale, in mezzo alla wilderness canadese.
Herzog non si nasconde dietro la macchina da presa, dietro le forbici di un montaggio di materiali “alieni”, ma prende posizione, con coraggio contro l’oggetto della sua stessa riflessione. “Dove lui vedeva essere capaci di provare emozioni e sentimenti – chiosa il regista - io vedevo solo una fredda macchina programmata semplicemente a procurarsi del cibo”. Una sfida dell’uomo contro la natura aspra, selvaggia e forte, capace di regalare altrimenti momenti di rara dolcezza come nell’amicizia, questa sì apparentemente ricambiata, di una volpe e dei suoi piccoli a cui fanno da contrappeso le immagini violente di un combattimento tra orsi per la conquista della femmina del branco.
Un racconto che è un canto disperato di un uomo alla ricerca di “amore” quel’amore forte e ricambiato che Timothy non aveva trovato nell’uomo e che pensava/sperava di aver trovato nella bestia.

[fabio melandri]




| sito |