Regia
Wong Kar-wai
Sceneggiatura
Haofeng Xu, Jingzhi Zou ,
Wong Kar-wai
Fotografia
Philippe Le Sourd
Montaggio
William Chang
Scenografia
William Chang
Costumi
William Chang
Musica
Frankie Chan
Nella Cina del primo Novecento il conflitto tra le diverse scuole di arti marziali e i complessi rapporti tra i loro membri si intrecciano con la storia nazionale. In particolare seguiremo le vicende di Ip Man, maestro di kung fu e futuro istruttore di Bruce Lee.

Quando l’attore protagonista di un film di Wong Kar Wai – già regista quanto mai antinarrativo – dichiara in un’intervista, a proposito del film, “per i primi tre anni abbiamo lavorato solo sulle scene di kung fu. Io non sapevo neanche di che parlasse il film! solo negli ultimi sei mesi di riprese abbiamo girato le scene recitate” diventa inutile chiedersi troppo quale sia il principale punto d’interesse del film, l’idea portante attorno a cui concentrarsi per commentarlo. L’estetica della coreografia di combattimento, non l’arte marziale in se stessa, ma il doveroso omaggio all’incontro tra le tecniche di combattimento corpo a corpo orientali e l’arte visiva che più di ogni altra cosa ha contribuito a sdoganarle e occidente, il cinema.

Non è un caso che nonostante il film parli di Ip Man, l’attore Tony Leung, ancora nell’intervista, precisi che “il personaggio doveva essere un misto di Ip Man e Bruce lee […] il film non voleva essere un documentario, voleva proporre una sorta di Ip Man ideale”. Il perno del film non è la storia della Cina allora, e nemmeno le arti marziali, ma un vero e bellissimo omaggio alla finzione del cinema delle arti marziali; a quell’anatomia dell’arte marziale, a quella ricerca estetizzata di ogni singolo dettaglio del movimento dei corpi, che solo il cinema è in grado di dare.

E Wong Kar Wai lo sa fare alla grande. La pioggia e la neve che così spesso fanno da scenografia agli scontri servono a sottolineare i movimenti invisibili dell’aria, che obbediente alla danza dei protagonisti si sposta a loro comando. Al diavolo la realtà, questo è cinema, e la pioggia, nel cinema, obbedisce ai Maestri.

The Grandmaster di Wong Kar Wai sta al cinema di arti marziali e a Bruce Lee come Skyfall di Sam Mendes sta alla saga di James Bond. L’omaggio di un autore a un Genere; un regista che celebra l’arte popolare senza per questo rinunciare alla propria firma – le tracce di Kar-Wai nella sceneggiatura ci sono, eccome - , ma trova il miglior modo per sintetizzarle alle pellicole che ha amato e che l’hanno in qualche modo portato a essere quello che è. Non il Nerd entusiasta alla Tarantino o quello compromesso alla J.J.Abrahms ( e non sto contestando i due autori, marco semplicemente la differenza di approccio al medesimo materiale), ma l’approccio di un autore compatto e consapevole alle proprie antiche passioni.
[davide luppi]
Interpreti
Tony Leung, Ziyi Zhang, Cung Le, Hye-kyo Song, Chang Chen, Woo-ping Yuen, Siu-Lung Leung
Julian Cheung, Cheung-Yan Yuen, Meng Lo
Produzione
Block 2 Pictures, Jet Tone Production, Sil-Metropole Organisation
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
19/09/2013
Nazione | Anno
Cina, Hong Kong |2013
Genere | Durata
biografico | 123'