Nella
Cina del primo Novecento il conflitto tra le diverse scuole
di arti marziali e i complessi rapporti tra i loro membri si
intrecciano con la storia nazionale. In particolare seguiremo
le vicende di Ip Man, maestro di kung fu e futuro istruttore
di Bruce Lee.
Quando l’attore protagonista di un film di Wong Kar Wai
– già regista quanto mai antinarrativo –
dichiara in un’intervista, a proposito del film, “per
i primi tre anni abbiamo lavorato solo sulle scene di kung fu.
Io non sapevo neanche di che parlasse il film! solo negli ultimi
sei mesi di riprese abbiamo girato le scene recitate”
diventa inutile chiedersi troppo quale sia il principale punto
d’interesse del film, l’idea portante attorno a
cui concentrarsi per commentarlo. L’estetica della coreografia
di combattimento, non l’arte marziale in se stessa, ma
il doveroso omaggio all’incontro tra le tecniche di combattimento
corpo a corpo orientali e l’arte visiva che più
di ogni altra cosa ha contribuito a sdoganarle e occidente,
il cinema.
Non è un caso che nonostante il film parli di Ip Man,
l’attore Tony Leung, ancora nell’intervista, precisi
che “il personaggio doveva essere un misto di Ip Man e
Bruce lee […] il film non voleva essere un documentario,
voleva proporre una sorta di Ip Man ideale”. Il perno
del film non è la storia della Cina allora, e nemmeno
le arti marziali, ma un vero e bellissimo omaggio alla finzione
del cinema delle arti marziali; a quell’anatomia dell’arte
marziale, a quella ricerca estetizzata di ogni singolo dettaglio
del movimento dei corpi, che solo il cinema è in grado
di dare.
E Wong Kar Wai lo sa fare alla grande. La pioggia e la neve
che così spesso fanno da scenografia agli scontri servono
a sottolineare i movimenti invisibili dell’aria, che obbediente
alla danza dei protagonisti si sposta a loro comando. Al diavolo
la realtà, questo è cinema, e la pioggia, nel
cinema, obbedisce ai Maestri.
The Grandmaster
di Wong Kar Wai sta al cinema di arti marziali e a Bruce Lee
come Skyfall di
Sam Mendes sta alla saga di James Bond. L’omaggio di un
autore a un Genere; un regista che celebra l’arte popolare
senza per questo rinunciare alla propria firma – le tracce
di Kar-Wai nella sceneggiatura ci sono, eccome - , ma trova
il miglior modo per sintetizzarle alle pellicole che ha amato
e che l’hanno in qualche modo portato a essere quello
che è. Non il Nerd entusiasta alla Tarantino o quello
compromesso alla J.J.Abrahms ( e non sto contestando i due autori,
marco semplicemente la differenza di approccio al medesimo materiale),
ma l’approccio di un autore compatto e consapevole alle
proprie antiche passioni. [davide
luppi] |
Interpreti |
Tony
Leung, Ziyi Zhang, Cung Le, Hye-kyo Song, Chang Chen,
Woo-ping Yuen, Siu-Lung Leung
Julian Cheung, Cheung-Yan Yuen, Meng Lo |
Produzione |
Block
2 Pictures, Jet Tone Production, Sil-Metropole Organisation |
Distribuzione |
BiM
Distribuzione |
Uscita |
19/09/2013 |
Nazione
| Anno |
Cina,
Hong Kong
|2013 |
Genere
| Durata |
biografico | 123' |
|