Good
night. And good luck.
E’ la frase-tormentone con cui chiudeva ogni puntata del
suo programma tv “See it now” nell'America buia
degli anni '50 il giornalista della CBS Edward R. Murrow. Buona
notte l’augurio ai telespettatori rimasti svegli fino
a quell’ora. E buona fortuna un augurio, ancora più
sentito, rivolto a tutti i cittadini americani. Un augurio che
cela la preoccupazione di un sistema che non funziona e da cui
si deve stare in guardia.
Partendo dalla vicenda di un pilota della marina radiato perché
sospettato di attività filocomuniste (e antiamericane?),
Clooney analizza la vita e la carriera di un “(anti)eroe”
americano, Edward R. Murrow, popolare giornalista tv, che, con
il produttore e amico Fred Friendly, ha contribuito a mandare
in pensione Joseph McCarthy, l’uomo politico ossessionato
dalla minaccia comunista e responsabile della famigerata “caccia
alle streghe” di Hollywood.
Clooney, anche sceneggiatore con Grant Heslov e interprete (è
suo il ruolo del simpatico e coraggioso Friendly), conferma
una delle sue più spiccate passioni/ossessioni: la tv.
Il suo esordio da regista, Confessioni
di una mente pericolosa, altro non era che la biografia
(immaginaria) dello showman Chuck Barris. Ma questo Good
Night. And, Good Luck non vuole essere solo un biopic
ma aspira ad essere anche un omaggio a tutta una categoria,
quella dei giornalisti, che ha un potere e una responsabilità
immani. Anche il padre di Clooney era un giornalista (conduceva
notiziari tv) e nella sua famiglia Murrow era considerato un
esempio da seguire e imitare per chiunque volesse intraprendere
la carriera giornalistica. Quello che interessa di più
a Clooney è dimostrare come un certo tipo di giornalismo,
onesto e combattente, possa in realtà cambiare il mondo.
Fino agli attacchi di Murrow McCarthy era un intoccabile. Ma
Clooney si scaglia paradossalmente anche contro la tv stessa.
La tv con cui è cresciuto, non solo anagraficamente ma
anche lavorativamente (la serie tv “ER” gli ha dato
la popolarità e il successo), è sempre meno servizio
e sempre più intrattenimento.
Un film semplice, pulito, netto. Costruito su una sceneggiatura
salda e una recitazione contenuta. In bianco e nero. Con spezzoni
d’archivio in cui appare il vero McCarthy. Forse una volta
tanto 90 minuti sono pochi…
[marco
catola]
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