Il passaggio
all’animazione 3D per la Aardman, la casa di produzione
che si era contraddistinta per i suoi eccellenti lavori con
la plastilina come Galline in fuga
e Wallace
& Gromit, segna indubbiamente un mezzo passo
falso.
La fluidità di narrazione, l’originalità
dell’impianto e la dinamicità della storia non
rasentano nemmeno lontanamente quella dei due lavori precedenti
della casa. Un po’ per un improprio passaggio a una
tecnica diversa, un po’ per l’imperizia dei due
registi (uno dei quali al suo primo lavoro in assoluto), un
po’ per la sterilità di un racconto che, per
trovare l’appiglio del caso per procedere di volta in
volta nella narrazione, si rifugia nella recente moda cartoonistica
di citare, un po’ a sproposito, la cinematografia di
tutti i tempi.
La storia si potrebbe riassumere facilmente nella novella
“topo di campagna, topo di città”. Con
l’aristocratico topolino Roddy che, abituato a vivere
tra le intercapedini dei muri della City, cade in una trappola
dello scassinatore Sid, e si ritrova a scivolare giù
per il tubo (per l’appunto) dello sciacquone fino a
finire nei bassifondi delle fogne. La sua odissea non avrà
svolti esclusivamente negativi, anzi…
A fronte di uno schema narrativo semplicistico, e di una gestione
del ritmo e dei riferimenti che lascia a desiderare, bisogna
d’altra parte rilevare come tutto il cartoon sia denso
di una sottile e spassosa ironia visiva, sia nella ricostruzione
degli ambienti - occhio al Tower Bridge -, sia nella caratterizzazione
dei personaggi e del mondo con cui interagiscono.
Spiace rilevare come questa ricchezza di dettagli, e quelle
che sulla carta si comprendono come ottime intuizioni di combinare
la realtà con l’ambiente topesco che si dipana
nel film, sia annacquata da una architettura dei meccanismi
narrativi poco efficace, condizionata in questo anche dall’abbandono
di una tecnica, quella della plastilina, che tanto più
“tangibili” aveva reso precedentemente i lavori
della Aardman.
Un lungometraggio d’animazione che di sicuro non rimarrà
memorabile, che non segnerà un passo in avanti nella
tecnica del genere, ma che sicuramente, per una serata in
compagnia, si lascia vedere in tutta tranquillità.
Dopotutto i topi, da Fievel in poi, hanno sempre riscosso
simpatia sul grande schermo. [pietro
salvatori]
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