Regia
François Ozon
Sceneggiatura
François Ozon
Fotografia
Pascal Marti
Montaggio
Laure Gardette
Scenografia
Katia Wyszkop
Costumi
Pascaline Chavanne
Musica
 Philippe Rombi
Ozon è disarmante. Nella sua personalità c'è qualcosa di una grazia ludica, una seduzione infantile, un piacere nel fare film (ha spesso detto che fare film è come giocare con le bambole), una facoltà ad incassare con il sorriso sconfitte commerciali o brutte critiche, una capacità a non scivolare mai nell'acidità o nella collera, disarmando, nel vero senso della parola, la critica a sua volta.

Ozon concatena film ad un ritmo sostenuto, con facilità, distillando un savoir-faire impeccabile che la maggior parte delle volte funziona a meraviglia con il suo gusto per la perversione (Sotto la sabbia, 8 Donne e un mistero, Potiche - La bella statuina), altre volte meno (Amanti criminali, Swimming Pool). Giovane e bella si colloca a metà: è un film che si guarda senza noia ma anche senza passione, e si rianima solo grazie a qualche scena più vibrante.

Dalla regia sempre elegante, fin dal titolo, Ozon, afferma la sua ironia: Giovane e bella era il nome di un vecchio giornalino per adolescenti di 15 anni, due epiteti che vanno perfettamente all'eroina del film ed attrice debuttante, la superba Marine Vacth.
L'occupazione preferita dell'adolescente di Ozon non sono lo shopping o le chiacchiere con le amiche ma la prostituzione: primo elemento di “scandalo”. La prima metà del film si dedica a descrivere le giornate di una liceale che passa dal 5 al 7.
Capiamo successivamente che la ragazza non si prostituisce per il danaro (proviene da una famiglia benestante ma nasconde tutti i suoi guadagni accumulati nell'armadio tra i vestiti), né per il piacere (non gode, sembra indifferente): l'opacità delle motivazioni, come per Bella di giorno di Buñuel, è il secondo elemento di scandalo.

Ognuno può immaginarsi le ragioni di Giovane e bella: mettere del sale nell'insipida vita borghese, differenziarsi segretamente dalle compagne di scuola, curare una ferita dovuta alla ricomposizione della famiglia, etc. Ozon non psicanalizza, non giudica, non si lamenta, non compatisce, non spiega: terzo elemento di scandalo, non fa che mostrare ed ogni spettatore deve cavarsela da sé.
Ciò fa sì che, al di fuori del mistero del personaggio, volontariamente mantenuto, il film non sia estremamente appassionante: la ragazza è talmente introversa da suscitare difficilmente il coinvolgimento dello spettatore, e la successione delle azioni è più ripetitiva che coinvolgente.
Per di più Ozon non sa o non desidera filmare il sesso, fino al giorno in cui un cliente muore fra le braccia della ragazza ed il segreto della giovane prostituta amante desta scalpore tra la famiglia e i vicini che ne vengono al corrente; il film si anima finalmente.
La madre (un'eccellente Géraldine Pailhas) ed il patrigno (l'ottimo Frédéric Pierrot) assumono le domande dello spettatore: ma come? E soprattutto, perchè? Gli psicologi si alternano (il vero psicologo Serge Hefez se la cava benissimo nel suo vero ruolo) come è giusto che sia in una famiglia borghese illuminata. Ma non c'è nulla da fare: Ozon ed il suo personaggio resistono alle analisi, la ragazza e il suo desiderio di prostituzione conservano la loro opacità fondamentale.

Capiamo questa scelta di cinema (non versare nel giudizio socio-psicologico, non fare un film dossier, rispettare l'individualità, l'alterità e la libertà di un personaggio di fiction...) il tutto trovandolo frustrante intellettualmente: si ha sempre voglia di comprendere il personaggio, per amarlo o odiarlo meglio, per vibrare con o contro di lui.
Questa giovane liceale, non la si ama né la si detesta, si resta un po' indifferenti davanti al suo destino poiché lei stessa sembra indifferente a tutto e a tutti. Il carattere “scandaloso” della sua attività è disinnescato da una specie di evidenza tautologica: si prostituisce perchè si prostituisce, punto.
Può darsi che sia più un oggetto teorico che un personaggio in carne ed ossa, una sorte di specchio catalizzatore delle emozioni dei personaggi circondanti, come nella superba ultima scena con Charlotte Rampling. [daniela ciambelli]

 

Interpreti
Marine Vacth, Charlotte Rampling, Frédéric Pierrot, Géraldine Pailhas, Nathalie Richard, Johan Leysen
Produzione
Mandarin Cinéma, France 2 Cinéma
Distribuzione
BiM Distribuzione
Uscita
07/11/2013
Nazione | Anno
Francia | 2013
Genere | Durata
drammatico | 95'