Padre,
madre, due figli ed un cane. Un bell’appartamento nel
cuore di Roma. Prototipo della famiglia perfetta. Sino a quando
lui non realizza di dover stare da solo per un periodo, il tempo
di pensare, analizzare la sua vita, approfondire il perché
non è felice. Lei spiazzata dall’improvvisa decisione
del marito cade in una profonda crisi che la spingerà
a vivere i giorni dell’abbandono di riflesso a quello
che il marito avrebbe desiderato. Eccola immaginare nella sua
mente i comportamenti, le posizioni sessuali che avrebbe potuto,
dovuto adottare per tenersi stretta un marito che invece sembra
aver trovato un proprio equilibrio e soddisfazione in una sua
giovane ed attraente assistente.
E’ curioso come nel giro di pochi mesi escano nelle sale
due film italiani trattanti lo stesso tema – la moglie
abbandonata – ed aventi similari evoluzioni narrative.
Stiamo parlando di Amatemi, pellicola
di Renato De Maria con Isabella Ferrari, moglie abbandonata
che troverà una nuova vita tra le braccia di un misterioso
uomo. Lì un allenatore di basket slavo, interpretato
da Branco Duric, qui un maestro orchestrale anch’esso
slavo, interpretato da un ingessato Goran Bregovic. Mettendo
da parte cattivi pensieri, il film di Faenza, poco apprezzato
a Venezia, nonostante una regia che tenta di vivacizzare la
narrazioni con salti nell'iperspazio onirico e surreale, è
appesantito da una sceneggiatura meccanica, scontata e dai dialoghi
poco convincenti che sfiorano la comicità involontaria.
Lasciamo perdere il personaggio cult del film, il cane Otto
che vaga per la città in cerca del padrone, che si suicida
mordendo una bomboletta di insetticida e poi nella scena ‘scult’
del film ricompare correndo sul palcoscenico in cui si esibisce
il musicista Bregovic, il resto del cast sembra fuori luogo,
fuori tempo, insomma sempre fuori dai... con la Buy oramai prigioniera
di ruoli sempre uguali – la sfigata che fa venir tristezza
al solo vederla – ed uno Zingaretti che si difende come
può con il mestiere ed il talento di cui è dotato.
Se questo è il meglio che il cinema italiano è
capace di offrire, allora Houston abbiamo un problema...
[fabio
melandri]
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