Fuori Vena
id.
Regia
Tekla Taidelli
Sceneggiatura
Franz Scarpelli,
Tekla Taidelli
Fotografia
Francesco Galli
Montaggio
Manuel Donninelli Atkinson
Musica
Casino Royale Atkinson, Cccp Atkinson, Intensiven Atkinson
Interpreti
Alessandro Beltramini, Tekla Taidelli, Stefano Fornataro,
Felicetta Schena, Marco Bramati, Giampaolo Terzo Mucciaccia
Anno
2005
Durata
100'
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Distribuzione
Mir Cinema

Milano, oggi. Tekla è una punk con la passione del cinema. Zanna è un tossico con la speranza della sua pera quotidiana. Un giorno per strada (come nella canzone “Kiss me Licia” di Cristina D’Avena) si incontrano e siscontrano (lei in bici lui a piedi). Da quel momento le loro vite sono segnate: il colpo di fulmine li travolge ma non sempre l’amore riescea vincere. Soprattutto se dall’altra parte della barricata c’è un nemico invincibile chiamato droga.
Liberamente ispirato a una storia vera (la giovane regista dedica il film ad un amico che non c’è più) e girato in digitale a low budget, Fuori vena è uno spaccato sulle giovani generazioni dedite all’(ab)uso di droghe, ai rave party, alle birre. Ad una, più o meno consapevole (e progressiva), autodistruzione.
La Taidelli mette in scena una Milano di periferia tutt’altro che “da bere”, coacervo di giovani creature fameliche in cerca di uno sfogo vitale nella grigia quotidianità omologata. E c’è (o forse no) differenza se questo sfogo si concretizza in una dose di eroina o in una ceres o in un rave illegale.
Il merito di questa regista milanese, neanche trentenne, è di tenersi lontana dai falsi moralismi. Il suo occhio guarda e descrive quello che le sta intorno. Ma le risposte che si vorrebbero sentire fanno fatica ad arrivare. Forse proprio perché in realtà non ci sono. Il rapporto che si instaura con la droga (sia essa eroina, marijuana, anfetamina, cocaina) è troppo diversificato e personale per poter trarre generalizzazioni accomodanti.
Fuori vena è il diario di un vizio. Ma anche di una sconfitta (alla fine Zanna non riesce a curarsi col metadone e continua a bucarsi).
Un esordio meno delirante e più realistico di quanto ci si possa immaginare. Per certi aspetti simile ad un altro esordio, sempre in digitale, il povero Scarlett diva di quella finta scapestrata figlia di papà Asia Argento. Questo però è decisamente molto più autentico, vivo e sincero. La Taidelli filma le emozioni e grida al mondo la sua diversità. Senza filtri. Senza clichés. Senza pregiudizi.
Presentato con successo al 58mo Festival Internazionale del film di Locarno nella sezione “Cineasti del Presente” e ha vinto l’ovidio d’argento come miglior film alla 23ª Edizione di Sulmona Cinema.
[marco catola]