Thomas
Craven (Mel Gibson) è un veterano detective della omicidi
presso il Dipartimento di polizia di Boston. Da padre single
ha seguito la figlia in tutte le fasi della sua crescita,
fino a quando la ragazza, dopo la laurea, si trasferisce per
lavorare alla Northmoor, società di ricerca privata
e top secret che ha stretti contatti con il governo. La vicenda
ha inizio quando Emma (Bojana Novakovic) torna a casa dal
padre per una breve vacanza. Sin dall’incontro in aeroporto
ci si rende conto che tra i due l’intimità è
completa. Ma Emma non sta bene, ha le nausee che spingono
il padre a pensare che sia incinta. Nulla di tutto questo:
dopo qualche momento familiare, Emma viene uccisa a pochi
passi dall’uscio di casa. Ma chi era il vero destinatario
della pallottola? Craven pensa in un primo momento che il
vero bersaglio fosse lui e che l’assassino abbia sbagliato
mira. Dal dolore si passa alla consapevolezza, sempre più
evidente, che la sua Emma era invischiata in un affare più
grande di lei. La giovane, infatti, dalla società presso
cui lavora scopre che dietro alla facciata di investimenti
per la ricerca, si nasconde la creazione di missili nucleari
che, costruiti all’estero, permettono di evitare, la
diretta connessione con gli Stati Uniti d’America, qualora
venissero usate. Un caso intricato, dove coesistono amore
paterno, concussione, interessi politici e interessi economici.
Fuori controllo prende spunto
dalla fortunata serie inglese degli anni Ottanta “Edge
of Darkness”, vincitrice di sei BATFA, tra cui il premio
per la migliore serie drammatica. Un padre perde la figlia
e fa di tutto pur di scoprire la verità sulla sua scomparsa,
persino andare a disturbare un Senatore o rischiare di farsi
uccidere durante un inseguimento. La serie e la pellicola
sono state entrambe dirette da Martin Campbell: “Qualcuno
– ricorda il regista - ha suggerito la possibilità
di far diventare la serie un film circa cinque anni fa. Ho
pensato che fosse un’ottima idea. Ho sempre ritenuto
che fosse una storia potente. Un padre che perde la figlia
e si impegna in un viaggio di scoperta non solo per trovare
chi l’ha uccisa e perché, ma anche chi è
lei veramente”.
Fuori controllo è una
pellicola ricca di luoghi comuni, di situazioni già
viste e di scene anticipabili e prevedibili dallo spettatore
appassionato del genere. C’è il politico cattivo;
il poliziotto che cerca vendetta e che per ottenerla non si
ferma davanti a nulla; il collega che si lascia corrompere;
qualche sparatoria; due o tre scene tendenti allo splatter;
il cattivo che poi alla fine si redime e l’amore filiale
come sfondo. Mel Gibson, tornato davanti alla cinepresa dopo
sette anni, fa il suo, ma niente di più. Lo guardi
e pensi che vorresti rivederlo in gonnella alla Braveheart
o sornione come in Arma letale.
Eppure non accade mai. A parte tutto questo ‘già
visto’, c’è una cosa che si salva: la sceneggiatura.
Nonostante siano situazioni note, alcuni momenti di ironia
alla bostoniana sollevano lo spirito, altrimenti troppo spesso
annoiato. [valentina venturi]