“Volevo
analizzare l’idea di quanto sia complicato il problema
dei soldi tra amici, sia che si prendano in prestito dei soldi,
sia che si invidino gli altri per quello che hanno, o li si
compianga per quello che non possono permettersi.”
Così la regista e sceneggiatrice Nicole Holofcener
descrive questo terzo capitolo della personale trilogia dedicata
all’universo femminile insieme a Walking
and Talking, l’amicizia di due donne messo in
crisi dall’annuncio dell’imminente matrimonio
di una delle due, e Lovely and Amazing
sull’ossessione delle donne per il proprio aspetto fisico.
Con Friends With Money la regista
indaga sul rapporto che un gruppo di amiche instaura con il
denaro e le ripercussioni che il loro approccio si riverbera
sui rapporti interpersonali, che siano il loro gruppo amicale
che i rispettivi compagni e mariti.
Frannie (Joan Cusack) appagata madre di famiglia, Jane (Frances
McDormand) stilista con evidenti segnali di crisi depressiva
e Christine (Catherine Keener) sceneggiatrice in crisi coniugale,
condividono una preoccupazione per Olivia (Jennifer Aniston)
che sembra incapace di guadagnarsi da vivere o di portare
avanti una relazione, almeno per i loro standard alto borghesi.
Quest’ultima vittima di una relazione con un uomo sposato,
domestica per caso più che per convinzione, vive la
sua instabile esistenza con leggerezza, vittima dell’incomprensione
o pietismo delle sue amiche.
Parlando e sparlando, un film costruito su ben delineate tipologie
di personaggi rappresentanti di un universo femminile da “casalinghe
disperate” che si confrontano con un mondo maschile
assente, superficiale ed egocentrico. Non è un caso
che l’elemento maschile più sensibile e comprensivo
venga accusato di omosessualità.
Protagonista assoluta della commedia Jennifer Aniston che
dimostra maturità e spessore inaspettato per chi ancora
la ricorda meravigliosa Rachel Green in Friends,
coadiuvata da un terzetto di ottime attrici come Frances McDormand,
Joan Cusack e Catherine Keener. Gli uomini in secondo piano,
ma reggono il meccanismo drammaturgico per un film che non
verrà ricordato per un capolavoro del genere, ma che
si lascia vedere con un certo piacere. Produce Anthony Bregman,
il guru del cinema indipendente americano e responsabile di
pellicole come Se mi lasci ti cancello
e Human Nature di Michel Gondry,
Tempesta di Ghiaccio di Ang Lee,
I fratelli McMullen di Edward
Burns ed il recente Thumbsucker - Il
succhiapollice. Come dire, un marchio di qualità.
[fabio melandri]