Frankenweenie
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Anno 2012

Nazione USA

Genere animazione

Durata 87'

Uscita 17/01/2013

distribuzione
Walt Disney Studios Motion Pictures

Regia
Tim Burton
Sceneggiatura
Tim Burton,
John August
Fotografia
Peter Sorg
Montaggio
Chris Lebenzon,
Mark Solomon
Scenografia
Rick Heinrichs
Musica
Danny Elfman
Produzione
Tim Burton Animation Co., Walt Disney Pictures
Voci originali
Winona Ryder, Martin Landau, Martin Short, Catherine O'Hara, Atticus Shaffer

 

Tim Burton si diverte. E fa bene. Come fa bene alla vista, alla mente e al cuore poter apprezzare un film come “Frankenweenie”. Giunto ora nelle sale, il film simile per i tratti a “Nightmare Before Christmas” e “La sposa cadavere”, era stato ideato nel 1984. Timothy William Burton a 26 anni consegna alla Disney il suo secondo cortometraggio intitolato “Frankenweenie”. All'epoca al corto, che la Disney pensava di affiancare alla riedizione di “Pinocchio”, viene assegnato un PG (visione consentita ai minori solo se accompagnati): lo bloccano e agganciano l'anno successivo alla proiezione per la Gran Bretagna di “Baby - Il segreto della leggenda perduta”. Dopo quasi trent’anni Burton lo ripropone. E non sbaglia. Tra il primo e l’attuale plot ci sono poche differenze.

A prescindere dalla storia (il piccolo Victor Frankenstein appassionato di scienza, riesce a far rivivere il suo adorato cagnolino Sparky con l’aiuto dell’elettricità proveniente dai temporali), godersi il bianco e nero, la tecnica della stop motion, apprezzare l’accuratezza dei dettagli nei disegni dei protagonisti (lo stile è quello che contraddistingue Burton), e insieme lasciarsi convincere nel credere che sia possibile resuscitare i morti (meglio se si tratta di amici a quattro zampe), solamente se si è spinti dalla purezza amore, è un’occasione rara di questi tempi al cinema.
Burton stesso ha spiegato cosa lo ha spinto a tornare a “Frankenweenie”: «Mi sono ispirato anche al forte legame che ho avuto quando ero bambino con il mio cane. Il rapporto con animali è speciale e genera forti emozioni».

Nel film c’è la storia del cinema e della letteratura horror: la nipote del sindaco si chiama Elsa Van Helsing, il professor Rzykruski ha le sembianze di Vincent Price, la barboncina dei vicini prende la scossa e il pelo si trasforma nella capigliatura di Elizabeth di “La sposa di Frankenstein”.
Burton affronta con tocco lieve ma deciso il tema dei limiti concessi alla scienza, tratteggiando fino a dove ci si possa spingere. Per ora “Frankenweenie” ha già conquistato una nomination agli Oscar come miglior film d’animazione. Se a firmare la pellicola c’è Tim Burton, è da sciocchi lasciarsela scappare.
[valentina venturi]